#SCOLLEGATI_FEST // L’ORGANIZZAZIONE AL CENTRO

Il video report e qualche riflessione della tre giorni di #Scollegati edizione di primavera.

Una seconda edizione collocata nel pieno del clima elettorale europeo, dove la montatura di un falso scontro tra “europeisti vs populisti” (entrambi alfieri dell’ultraliberismo) ha cercato di dare sponda a una retorica di argine menopeggista contro una destra che avanza proprio sul terreno fertile del disagio sociale prodotto in anni di politiche classiste e antipopolari sotto la ferrea guida dell’Unione Europea, ma anche nei giorni delle elezioni universitarie, la cui affluenza (circa 1 studente su 10) dimostra molto più di tante parole il distacco tra le liste dei gruppi studenteschi e il corpo sociale universitario che legittimamente non riconosce senso e utilità in questo rituale vuoto di reale potere.

Qual è l’alternativa che abbiamo voluto contrapporre a questo modello? L’organizzazione indipendente di lotte che vivono oltre le scadenze elettorali, senza scadere nei limiti di un approccio localistico ma che si assuma la responsabilità di costruire e intrecciare percorsi, dentro e fuori l’università, di ben più ampio respiro.

Prova di questo approccio è il fatto che la mattina del nostro primo giorno di festival è cominciata fuori dalla zona unviersitaria, nel quartiere popolare della Bolognina, insieme ai compagni dell’Asia Usb a impedire due sfratti che solo la determinazione militante ha potuto far rinviare dopo aver fatto desistere ufficiale giudiziario e forze dell’ordine dall’eseguire (Leggi)
Successivamente siamo stati davanti al rettorato per il presidio organizzato da UCAI in solidarietà al popolo palestinese a 71 anni dalla NAKBA e per denunciare la complicità di Unibo con Israele (Qui il comunicato).

Nel pomeriggio la prima iniziativa del festival: Assemblea sul tema dell’autonomia differenziata e sugli effetti di questa sull’università e la ricerca. Con la partecipazione del Gruppo studentesco interfacoltà (Napoli), docenti e del personale tecnico amministrativo Unibo. Un bel dibattito la cui discussione (che si è sviluppato a partire da queste linee guida) si è allargata arrivando a trattare questioni più generali rispetto alle dinamiche in corso e le tendenze a livello globale. Al termine della discussione abbiamo voluto affiggere uno striscione sulle mura di palazzo Paleotti – cuore della zona Universitari – contro la celebrazione (prevista per il 24 e 25 giugno a Bologna) del ventennale del Bologna process.

Proprio il Bologna Process è stato il tema dell’incontro del secondo giorno di festival, grazie agli interventi di Nadia Garbellini (Redazione Roars) e Nicolò Giangrande (Dottorando di ricerca in “Human and Social Sciences” presso l’Università del Salento) abbiamo ripercorso il processo di deformazione portato avanti negli ultimi vent’anni nel mondo della formazione. In serata abbiamo proiettato “Io, Daniel Blake” di Ken Loach, un film che parla del dramma dell’assistenza in una società in cui il welfare è visto in chiave ricattatoria come un servizio invece che un diritto.

Venerdi, ultimo giorno, nel primo pomeriggio siamo intervenuti al convegno dell’Unione Sindacale di Base rispondendo al loro appello contro la repressione delle lotte a tutala dei diritti e del lavoro, mentre dal tardo pomeriggio una grande festa ha riaperto spazi di socialità e di aggregazione in una zona universitaria che al contrario si vorrebbe annichilita come altre zone della città sottoposte a ordinanze e divieti, la voce che si è alzata invece incita alla riscossa, alla lotta e alla resistenza, concetti e valori emblema delle la lotta del popolo palestinese al quale abbiamo voluto dedicare un murales sui muri di Piazza Scaravilli. Graffito rimosso nell’arco di pochi giorni, a riprova della volontà di pacificazione e normalizzazione che l’Unibo vorrebbe imporre a chi vive gli spazi dell’Università.

Niente che ci stupisca o faccia desistere, conosciamo le tendenze in atto all’interno della nostra università, e sappiamo che l’unico modo possibile per invertire la rotta scelta è l’organizzazione che sappia rinsaldare le rivendicazioni dei tanti che vivono una condizione di sfruttamento e precarietà dentro e fuori l’università, come accaduto contro la presenza del neofascista Roberto Fiore il lunedi successivo quando, a partire da un corteo universitario, in tanti ci siamo abbiamo dato una risposta forte e determinata contro i tentativi di speculazione politica dei servi dei servi di Forza Nuova come sempre scortati e difesi dalla polizia.

// Ringraziamo tutti per la disponibilità e la partecipazione al festival: Scuola Popolare – Soumaila Sacko, Palestra Popolare Stevenson, Collettivo AltaPressione, Coordinamento Campagna BDS Bologna, Associazione Bianca Guidetti Serra, Daniele Fabbri, Godblesscomputers, B.U.M. //

Noi Restiamo