Piaggio: l’occupazione del tetto continua. Uniamo le lotte, riprendiamoci il futuro!

Domani si svolgerà presso il Ministero del Lavoro un tavolo di trattativa con i vertici Piaggio, tavolo ottenuto grazie alla decisa lotta delle lavoratrici e dei lavoratori che da quasi tre settimane occupano il tetto di Palazzo Blu di Pontedera.

Potenza europea dei veicoli a due ruote con sede proprio nella provincia di Pisa, la Piaggio da diversi anni assume lavoratori con contratti a termine e molti di questi si sono ritrovati ad accumulare lunghi periodi di attività lavorativa, portando all’istituzione di una lista di priorità per il passaggio al part-time verticale. Senza scendere in ulteriori tecnicismi, bisogna però sapere che l’anno scorso l’azienda ha deciso di venire meno all’accordo sindacale del 2009, il quale prevedeva come criterio di assunzione l’anzianità di servizio, e ha deciso invece di assumere nuovi giovani precari, licenziando contemporaneamente 43 lavoratori, abbandonati da FIOM-FIM-UILM e sostenuti da marzo del 2019 dall’USB in una lotta che dura ormai da un anno.

La questione dei precari si inserisce a pieno titolo nelle problematiche affiorate con l’implementazione del sistema dell’Industria 4.0, ovvero con il processo di automazione della produzione. Roberto Colaninno, Presidente e Amministratore Delegato di Piaggio & C. S.p.A, negli ultimi anni ha approfittato di ogni strumento messo a disposizione dai governi di centrosinistra e centrodestra per incentivare questa svolta nell’organizzazione della produzione, fino all’annuncio del 2017 della riduzione del 50% della manodopera come conseguenza delle scelte che l’azienda sta adottando.

La Piaggio si conferma come attenta esclusivamente alla massimizzazione del profitto e alla stabilizzazione dei lavoratori preferisce assumere nuovi precari, dando vita a un’incessante guerra fra poveri. Questo non sorprende: dividere i lavoratori per impedirgli di prendere coscienza e forza è un fine perseguito coscientemente dai dirigenti della multinazionale, come conferma la proposta di accordo integrativo presentata da poco ai sindacati. Quando si parla di Piaggio si parla insomma dell’ennesima azienda privata che, sul modello della vecchia Fiat e di molte altre aziende parassitarie italiane, si regge esclusivamente sullo sfruttamento degli operai, sui contributi pubblici e sul sostegno servile delle amministrazioni.

Il risultato? L’aumento dei profitti per gli azionisti Piaggio e lo scaricare sui lavoratori gli effetti della riorganizzazione della produzione, con il benestare di vertici politici supini agli interessi privati, vertici che hanno abdicato alla possibilità di governare i processi economici in funzione della salvaguardia dell’occupazione e delle condizioni di vita di chi già vive nel ricatto della precarietà. La vicenda delle lavoratrici e dei lavoratori Piaggio da una parte impone nell’immediato la piena solidarietà e sostegno alla loro lotta, dall’altra palesa come ormai imprescindibile una riflessione sulla necessità di un intervento pubblico nell’affrontare la generale situazione dell’industria italiana, stretta tra la crisi e rapaci multinazionali dedite unicamente al profitto. Non cediamo ai tentativi di dividerci dall’alto, e continuiamo nella lotta per la dignità dei lavoratori di oggi e di domani!

 

Di seguito una nostra intervista di qualche giorno fa ad una delle lavoratrici Piaggio sul tetto del Palazzo Blu di Pontedera.