NO ALLA CRISI SULLA PELLE DEGLI STUDENTI! LA REGIONE TOSCANA NEGA IL DIRITTO ALLO STUDIO

Fin da quando è scoppiata la pandemia la questione dell’università e della tutela del diritto allo studio è stata assolutamente non considerata da parte del Governo e delle Regioni, i quali hanno preferito dedicarsi a fare propaganda e a rilasciare interviste retoriche piuttosto che tutelare i nostri diritti. In questo contesto, la Regione Toscana non è stata da meno, anzi per bocca di Monica Barni, assessore all’università della Regione, abbiamo solo sentito parole e pochi fatti.

Dopo mesi di colpevole silenzio, finalmente la Regione ha deciso di prendere misure per gli studenti e le studentesse universitarie, ma ha deciso di farlo in direzione classista e regressivo. Infatti, l’unica decisione presa dal DSU e dalla Conferenza Regionale non solo è quella di una semplice riduzione di 5 crediti rispetto ai crediti richiesti per mantenere la borsa di studio, ma addirittura chi sfrutterà questi crediti avrà una serie di penalizzazioni:
– sfrutterà i crediti bonus che possono essere usati una sola volta durante la carriera universitaria;
– gli studenti verranno inseriti in una graduatoria B, che sarà secondaria rispetto a chi non avrà utilizzato questi 5 crediti bonus.

Questa graduatoria B ha più di uno svantaggio:
– non c’è la certezza assoluta che non ci saranno idonei non beneficiari;
– è possibile e più che probabile che ci sia una diminuzione della quota monetaria (potrebbe essere solo l’80% della quota attuale);
– gli studenti in questa graduatoria prenderanno gli alloggi dopo quelli nella prima graduatoria e anche chi è già in residenza potrebbe perdere il posto letto a favore di un collega presente nella graduatoria A.

Inutile dire che questa scelta è incapace di far fronte in modo strutturale ad una situazione emergenziale, che già si prevede avrà pesanti ripercussioni sul mondo universitario con numerosissimi abbandoni del percorso di studio. Inoltre, si vuol far passare l’idea che chi non sarà in grado di sostenere gli esami è per colpa sua e, per questo motivo, non è più meritevole di poter usufruire della borsa di studio.

Una decisione che divide gli studenti in studenti di Serie A e di Serie B con cui ancora una volta ci dimostrano che la crisi, economica e sociale, che si è acuita con il Coronavirus, saranno i più poveri a pagarla, che le colpe saranno scaricate sugli individui piuttosto che mettere in discussione un sistema fallimentare e che lo studio diventerà sempre più un privilegio di classe.

Ma noi, l’abbiamo ripetuto più volte, non ci stiamo!

Non rimarremo in silenzio mentre scelte del genere da parte del governo e della Regione vengono prese e, per opporci alla deriva di élitarizzazione delle università, il 7 Luglio saremo in presidio a Firenze durante il consiglio regionale!

Perché non pagheremo noi questa crisi e perché difenderemo il diritto allo studio in tutti i modi!