[equilibrio precario] Ancora a proposito delle scuole superiori
Nella sesta puntata di equilibrio precario torniamo a parlare di scuola, in particolare di scuole superiori. Nelle ultime settimane infatti perfino i media mainstream hanno dovuto dare spazio ad episodi di aperta contestazione del dispositivo dell’alternanza scuola-lavoro.
Prima il caso dei ragazzi di un collettivo napoletano, che hanno protestato contro il lavoro gratuito domenicale nell’ambito delle “giornate FAI” e per questo sono stati minacciati di un brutto voto in condotta, poi quello del ragazzo di Carpi, che ha ricevuto un sei in condotta dal consiglio di classe dopo un post su Facebook in cui si lamentava della sua esperienza di alternanza.
L’alternanza si conferma quindi un dispositivo che riassume tutti i peggiori recenti sviluppi del mondo del lavoro: dal lavoro domenicale alle pratiche punitive per chi osa esprimere dissenso, perfino tramite un post su FB.
Su queste tematiche abbiamo intervistato Francesca, della Campagna BastAlternanza, una delle poche realtà che si stia mobilitando a livello nazionale contro l’alternanza scuola-lavoro.
Ma la scuola fa parlare di sé anche per alcuni episodi di violenza a danno degli insegnanti. A Torino ad esempio un insegnante di un istituto tecnico commerciale è stato malmenato dal padre di un ragazzo, che era stato punito dopo essere arrivato in ritardo.
Per evitare una lettura moralizzante di questi episodi e per capire a quali tendenze della scuola italiana si colleghino abbiamo intervistato Lorenzo Giustolisi, insegnante e delegato sindacale dell’Unione Sindacale di Base. Con Lorenzo abbiamo discusso anche di alternanza scuola lavoro e delle elezioni RSU del settore pubblico.
Nell’ultima parte di Equilibrio Precario ci spostiamo invece all’estero e torniamo ad occuparci di Francia, in cui si moltiplicano le mobilitazioni di studenti e lavoratori contro i provvedimenti neoliberali del presidente Macron. Nelle scorse settimane, lo sciopero dei ferrovieri della SNCF ha aperto una nuova primavera di lotta politica e sociale in Francia, che potrebbe trovare il suo apice nell’anniversario dei 50 anni del Maggio 1968 francese. I quattro sindacati dei lavoratori delle ferrovie hanno deciso congiuntamente e in maniera unitaria un calendario di scioperi che copre i prossimi tre mesi, fino a giugno.
La pratica dello sciopero “intermittente”, ovvero due giorni su cinque, ha reso particolarmente difficile e problematica la gestione da parte dell’azienda SNCF del trasporto ferroviario sull’intero territorio francese. Lo sciopero dei lavoratori delle ferrovie, iniziato ufficialmente il 3 aprile, si è subito caratterizzato per l’elevato tasso di adesione e la grande risonanza mediatica (dovuta ai disagi alla circolazione dei treni, più che alle reali richieste dei lavoratori…) su tutti i principali mezzi di comunicazione. La notizia non è sfuggita neanche ai media nostrani, anche loro particolarmente interessati al traffico metropolitano, piuttosto che alle rivendicazioni e alle vertenze sindacali.
Nonostante il (breve) risalto avuto anche in Italia, la mobilitazione politica e sociale in Francia è particolarmente articolata. Infatti, quello che molti giornali e televisioni hanno tralasciato (o omesso volutamente…) è che in piazza, al fianco dei ferrovieri, hanno manifestato anche lavoratori di altri settori e gli studenti. Ne parliamo con il nostro inviato a Parigi Andrea Mencarelli.