Il sistema di accoglienza italiano: denunciare i rifugiati
Oggi,12 Giugno sono stati recapitati 22 avvisi di conclusione delle indagini (cioè delle denuncie) a carico di persone che, nel periodo tra aprile ed agosto 2013, si opposero alla fine dell’ “emergenza nord africa”. Si pretendeva allora, (dopo aver speso quasi inutilmente circa un miliardo e 300 milioni di euro di denaro pubblico), che le migliaia di rifugiati accolti lasciassero le strutture di accoglienza senza avere nessuna alternativa e nessun reddito. La mobilitazione di numerose associazioni, sindacati e organizzazioni politiche portò a Bologna, all’occupazione delle strutture e all’apertura di una trattativa istituzionale volta a individuare soluzioni abitative concrete. Da subito si concordò con le istituzioni, che le due strutture bolognesi di via prati di caprara e di villa aldini, avrebbero continuato a ospitare i rifugiati fino a che non si fosse trovata un’alternativa. La trattativa portò alla concessione in autogestione delle ex scuole merlani dove attualmente vivono circa quaranta rifugiati. Si trattò comunque, pur nell’importanza del gesto, di una soluzione insufficiente ad accogliere tutti i rifugiati ospiti sul territorio bolognese. Alcuni di essi continuarono ad abitare a villa aldini non avendo nessun altro luogo dove andare fino all’agosto di quell’anno quando le forze dell’ordine sgomberarono la struttura.
Nel corso di quell’operazione destarono scalpore i due tentativi di suicidio attuati come gesto di opposizione estrema. Oggi, i due autori di quel gesto , sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale insieme ad altre 20 persone: 3 attivisti delle associazioni e 18 rifugiati che hanno scelto di continuare le lotte partecipando all’occupazione delle ex scuole Ferrari in via toscana a Bologna.
Non è un caso che esse arrivino proprio alla vigilia della partenza della “Carovana europea delle dignità” che il 21 giugno partendo da tutta Europa e anche da Bologna convergerà su Bruxelles per chiedere il rispetto dei diritti di migranti e rifugiati a cui Asia USB e le occupazioni di Bologna partecipano.
Non è un caso che esse colpiscano sopratutto rifugiati che hanno scelto di vivere nelle occupazioni piuttosto che per strada. Queste denunce mirano a impaurirli e ad aumentare biecamente la loro ricattabilità perché temono che, una volta organizzati, diventino un’area importante di conflitto.
Queste vergognose denunce fanno seguito all’ondata repressiva che il governo Renzi ha scatenato contro chi, in tutta Italia, a partire dal diritto all’abitare, continua a battersi per la dignità e i diritti di tutti e tutte. Esse mirano, ricorrendo a strumenti reazionari, a mettere a tacere ogni forma di opposizione al Piano casa e al suo infame articolo 5.
NON SARA’ QUESTA BRUTALE REAZIONE A FERMARCI- LE LOTTE CONTINUERANNO CON MAGGIORE DETERMINAZIONE!
PER I DIRITTI DEI RIFUGIATI E DEI MIGRANTI, PER IL DIRITTO ALL’ABITARE INVITIAMO TUTT§ A PARTECIPARE
DOMANI VENERDI 13 GIUGNO ALLE ORE 17:30 AL presidio davanti alla prefettura di Bologna- p.zza Roosevelt.
ASIA-USB BOLOGNA