Per un controsemestre di lotta: saltato l’11, rimane il 28 giugno
Rinviato il vertice sulla (dis)occupazione giovanile nell’UE convocato per l’11 luglio.
L’inizio estate 2014 si era configurato più che mai “caldo”, con le due importanti date di fine anno del 28 giugno a Roma e dell’11 luglio a Torino, con i conseguenti percorsi di avvicinamento che le varie realtà conflittuali e antagoniste si stavano sforzando di costruire in coordinamento.
Quella che doveva essere la data principe, il controvertice dell’11 luglio, è stata spostata da Renzi e Van Roumpy, presidente del consiglio europeo: la classe dirigente del nostro paese, il partito di governo da 40% alle elezioni, partecipano a un percorso di ristrutturazione politica-economica-sociale-culturale a livello continentale, portato avanti dal capitale che non vede altra via d’uscita che concentrarsi e “strutturalizzare” la precarietà per sopportare e sopravvivere all’emergere di nuovi competitori globali. Questa ristrutturazione ha prodotto un soggetto, frutto di questa
“lotta di classe dall’alto” che prende il nome di Unione Europea, e che in questo momento determina ad ogni livello senza nessun margine di controllo democratico e tantomeno popolare sulle sue decisioni.
Il fatto che saltato l’evento, siamo costretti ovviamente a rinunciare al nostro contro-evento, ci indica ancora una volta la necessità della costruzione di percorsi che sappiano si contestare le kermesse della controparte, ma anche darsi scadenze proprie. Il primo passo in questa direzione è quello di capire chi è questa “controparte”, come si muove, perchè, dove vuole arrivare. Renzi ha spostato il vertice, possiamo certo ipotizzare perchè (evitare contestazioni, non trattare di
un argomento così spinoso in un paese dove la responsabilità della disoccupazione non può essere ché collegata al suo partito, … ), ma la disoccupazione di massa, in particolare giovanile, rimane. Sono state fatte negli anni scelte politiche volte alla precarizzazione del futuro dei giovani, allo smantellamento del sistema produttivo, del welfare. Ad applicarle abbiamo visto succedersi governi di centrodestra, centrosinistra, di “tecnici”, di larghe e larghissime intese,
in Italia come in altri paesi(i cosiddetti PIIGS), e perchè? “c’è lo chiede l'(Unione) Europea…”.
Con questa consapevolezza avevamo deciso di partecipare sia al controvertice dell’11 luglio, ma anche alla costruzione del controsemestre popolare di lotta, la cui prima data sarà il 28 giugno a Roma, per dire la nostra sul semestre di presidenza italiana della UE, e iniziare a costruire i 6 mesi di lotta contro tutte le manifestazioni della politica continentale nel nostro paese.
Va ribadito dall’altra parte la ferma intenzione di portare a termine il percorso che si è fin qui costruito in vista dell’11 nei territori: come riconosciuto da tutti infatti i problemi rimangono, le lotte rimangono, e ciò che si decide in alto ci si manifesta di fronte anche nella nostra vita quotidiana. Notiamo solamente un dato in più: capita che la costruzione di un percorso, per quanto meno visibile e altisonante,è più forte e più concreta dell’evento stesso, e questo crediamo sia possibile nel momento in cui esiste un confronto che prova a fare sintesi politica, nonostante le divergenze.
La ricerca di una sintesi politica è uno sforzo difficile e non sempre possibile, ma che a volte non si vuole affrontare nonostante la sua necessità.
A questo punto non ci rimane che dire: #civediamoil28
documento sul controsemestre e sulla manifestazione del 28 giugno: http://noirestiamo.noblogs.org/post/2014/06/17/28-giugno-11-luglio-due-le-date-una-sola-lipotesi/
Noi Restiamo
21/6/2014