L’attentato di Macerata, un fascismo con più mandanti
La tentata strage di Macerata è di evidente matrice fascista, quel fascismo che da molto tempo si sta innestando con il razzismo leghista, come dimostrano proprio le pericolose simpatie dell’assassino, candidato con la Lega e presente all’ultimo corteo di Casapound. Quasi ogni giorno si susseguono le violenze fasciste, dalle aggressioni per strada ai migranti o agli avversari politici, fino ai più recenti colpi di pistola.
Il fascismo sta riprendendo piede nella sua forma squadrista.
Negli ultimi anni abbiamo preso parte a numerose manifestazioni, iniziative a azioni antifasciste, che servivano anche a denunciare la nuova forma di “fascio-leghismo”, pericolosa in sé e ancora più pericolosa nella sua funzione di spauracchio utilizzato dalle classi dirigenti (a partire dal PD) per serrare lo spazio politico dello status quo, e attuare poi politiche fasciste con una maschera democratica, come il pacchetto Minniti.
L’episodio di Macerata è da imputare ai suoi mandanti diretti: Casapound che fa della violenza la sua azione politica quotidiana, la Lega che tramite Salvini giustifica la sparatoria, Forza Nuova che addirittura si propone di pagare le spese legali dello sparatore.
Ma i suoi responsabili sono molti di più e altrettanto colpevoli nonostante appaiano più sfumati. Un intero arco parlamentare che riconosce politicamente le organizzazioni neo-fasciste, sguazzando in uno stagno di ipocrisia, a partire dal PD, sia di ieri che di oggi, che si scopre antifascista solo sotto le elezioni e chiama ai fronti popolari, ma considera democratico lasciare parlare impunemente i fascisti. Il giornalismo italiano, che sta partecipando attivamente a questo processo di normalizzazione del fascismo con i vari Formigli e Mentana di turno che trovano ragionevole confrontarsi con questi squadristi, con i servizi che chiamano le aggressioni “risse”, e che falsifica i termini quando i picchiatori fascisti diventano magicamente “tifosi”, “ultras”, o genericamente “estremisti”, a spregio di ogni palese appartenenza a questa o quella organizzazione fascista. L’Unione Europea, che con la macelleria sociale, qua applicata dal PD, delle sue politiche di austerità e del dogma neoliberista sta impoverendo i popoli europei e le classi più deboli, creando una rabbia e un rancore sociale che in questo contesto politico-ideologico porta le persone a odiare chi sta peggio di loro, resuscitando così il fascismo.
C’è chi pensa che il fascismo possa essere combattuto con un’ordinanza comunale o con qualche commentino saccente.
Noi ribadiamo che l’antifascismo deve essere reale, non solo contro gli esecutori squadristi ma anche contro chi garantisce loro tutto lo spazio politico e la visibilità che vogliono. Questo significa un processo di antifascismo più complesso, una risposta politica a tutto campo che vada a smascherare i finti democratici e sottragga il terreno del disagio sociale a chi vuole alimentare la guerra fra poveri e lo indirizzi verso i veri responsabili della miseria in cui ci stanno costringendo.