Governo e Confindustria, ce la pagherete.
Da almeno due settimane, erano chiare le terribili conseguenze della decisione criminale di non bloccare la produzione non essenziale. Eppure, morti e contagi sono continuati ad aumentare registrando un ennesimo picco: 793 morti in sole 24 ore, 1444 in due giorni. Soltanto di fronte a numeri da brividi (si parla di 5476 morti e quasi 60.000 contagi ufficiali, ma sappiamo che sono dati parziali rispetto alla realtà) e all’insostenibilità di questa strategia omicida, sotto la pressione dell’assenteismo e la chiamata allo sciopero generale proclamata dall’Unione Sindacale di Base, il primo ministro Conte è stato costretto ad accennare a vaghi segnali di arresto.
Eppure, migliaia di vite umane sacrificate sull’altare del profitto sembrano non bastare. La Confindustria con le sue pressioni ha, infatti, ottenuto di posticipare la decisione a mercoledì. Così, mentre medici, lavoratori e sindacati conflittuali chiedono a gran voce la chiusura delle aziende, gli industriali continuano a mettere il loro profitto sopra ogni cosa.
Davanti a queste scelte infami e criminali, dobbiamo attivarci sia per fermare veramente e immediatamente tutte le attività non essenziali, sia per bloccare ogni tentativo di scaricare i costi della crisi su di noi.
Non possiamo, infatti, sottovalutare l’impatto di ciò che verrà dopo e l’arroganza con cui oggi il governo e Confindustria preparano l’offensiva per scaricare il costo della crisi che loro stessi hanno aggravato con i tagli al welfare e la regionalizzazione della sanità. Se da una parte il governo cerca di tappare i buchi della sanità con misure a breve termine, come l’assunzione di medici precari per 6 mesi e contributi una tantum di al massimo 100€, dall’altra gli industriali hanno proposto la loro “ricetta” per il dopo-pandemia, riassumibile in un’espressione: economia di guerra, con restrizioni dei diritti sindacali e “mani libere” per loro.
Organizziamoci fin da subito per respingere questo nuovo attacco alle nostre già precarie condizioni di vita: esigiamo soluzioni strutturali e non misure a breve termine che peggioreranno la situazione perpetuando l’attuale sistema di sfruttamento. Per questo sosteniamo lo sciopero generale dell’USB proclamato per mercoledì 25 marzo e lanciamo, nello stesso giorno, una mobilitazione virtuale per far sentire la nostra voce. CE LA PAGHERETE, non è solo una promessa futura ma un programma immediato, dalla sospensione degli affitti e delle utenze, fino all’allargamento del reddito di cittadinanza per giovani, studenti e precari. Quest’emergenza e le macerie che lascerà non le pagheremo noi.
Diamo vita a un flash mob virtuale per tutta la giornata del 25 marzo:
- Prendiamo carta e penna e scriviamo su un foglio i motivi per cui la classe dirigente e quella padronale ce la dovranno pagare. (Es. “Ferie forzate”; “Licenziamento”; “Nessuna tutela”; “Una pizza è più importante della salute” …)
- Scattiamoci una foto
- Inviateci le vostre foto alla pagina facebook: Noi Restiamo