UTENZE. STORIA DI UN PAESE CHE SVENDE IL BENE DELLA COLLETTIVITA’
UTENZE. STORIA DI UN PAESE CHE SVENDE IL BENE DELLA COLLETTIVITA’
Liberalizzazione delle utility, devastazione ambientale e l’urgenza di un cambio di rotta.
Queste settimane di emergenza sanitaria e quarantena obbligata hanno messo migliaia di persone, e in particolar modo i giovani, lavoratori e studenti che vivevano di lavoretti ed espedienti, nella condizione di totale o parziale impossibilità di pagare il canone di affitto, ma anche le utenze (acqua, luce e gas) accumulate.
Il governo Conte inizialmente si era speso in dichiarazioni sulla parziale sospensione delle bollette, poi cadute nel vuoto. Ma perché, nemmeno in condizione di straordinarietà, il governo non prende decisioni precise sulle utenze che non possiamo permetterci di pagare? La risposta è semplice: non ne ha più il controllo dopo decenni di liberalizzazioni nei settori strategici, compreso quello delle utility.
Le grandi aziende multiutility da anni infatti speculano su beni che dovrebbero essere pubblici garantendosi utili d’esercizio e dividendi notevoli, sostenuti anche dal continuo rincaro delle bollette, e la collettività, progressivamente, ha perso il potere di tutelarsi, divenendo semplici clienti. Il controllo pubblico su settori come quello dell’energia avrebbe concesso allo Stato quantomeno la possibilità di bloccare i pagamenti in una situazione sociale esplosiva come quella attuale.
Il mercato del gas è stato aperto in Italia nel 2003, quello dell’energia elettrica nel 2007, ma si è optato per un regime di ‘maggior tutela’ fino al 2022, anno di passaggio ufficiale alla piena concorrenza, cioè alla libertà estrema del mercato di regolarsi in questo settore. Dagli anni ’90 in poi, infatti, il progetto di integrazione europea ha costretto il nostro paese a svendere gran parte delle aziende statali, comprese quelle strategiche: tra le aziende privatizzata troviamo anche Enel e Eni, di fronte alle quali il Governo oggi non dice nulla, anteponendo alla priorità sociale di garantire una vita dignitosa il loro profitto anche nel disastro sanitario mondiale.
Va inoltre ricordato che sono le stesse grandi aziende da tempo riconosciute e additate tra le principali responsabili della crisi climatica e ambientale del Pianeta. Fatturano miliardi e producono devastazione su larga scala dell’ambiente, della salute e dei nostri territori.
Non pagare le bollette e chiedere che siano annullati i pagamenti è una necessità per tutte le fasce popolari. Nazionalizzare i settori strategici, tra cui quelli dell’energia, e ridare alla collettività il potere di decidere e pianificare sul proprio futuro un’urgenza che si pone nel futuro prossimo.