Stati Generali Economia, fermiamo la Banda di Villa Pamphili!
VE LI FACCIAMO NOI GLI STATI GENERALI! Sabato 13 giugno, ore 10, Largo 3 Giugno 1849: Stati Generali Economia, fermiamo la Banda di Villa Pamphili!
Mentre l’Italia si indebita sempre più col capitale finanziario italiano ed europeo, scaricando il debito sui lavoratori e le lavoratrici – nessuno fa nulla per nulla – un Conte assediato dai suoi stessi partner di governo tenta la carta della spartizione dei 173 miliardi a disposizione per il dopo Covid-19.
Gli Stati Generali dell’Economia, convocati in tutta fretta da Conte per il fine settimana, servono a buttare fumo negli occhi ad un Paese stremato, facendo credere che si apra un confronto democratico sulle cose da fare per uscire dalla crisi.
Ammonta a 173 miliardi il tesoretto complessivo posto sul tavolo del vertice di Villa Pamphili, e l’intenzione dei principali convenuti, forze di governo, Confindustria, istituzioni internazionali, banche e sindacati complici, è quello di partecipare alla spartizione di una torta mai così guarnita e consistente.
Grande confusione, tanti gli obbiettivi dichiarati ma tutti con poche, inattaccabili certezze: rilanciare gli interessi delle imprese, mantenere inalterato il sistema economico che ha portato il nostro Paese ad affrontare la pandemia Covid-19 senza aver previsto alcuna pianificazione, senza strumenti sanitari, economici e politici adeguati alla gravità della situazione. Il risultato sono state 34.000 vittime, centinaia di migliaia di malati, milioni di disoccupati e di persone senza reddito e certezze del futuro. Che di distribuzione sociale delle risorse in campo non se ne parli, emerge chiaramente anche dalle proposte di Colao&co, chiaramente scaturite direttamente dagli obiettivi del sistema delle imprese.
Saremo quindi anche noi a Villa Pamphili, a presidiare gli Stati Generali di Conte per dire che i soldi disponibili vanno utilizzati per restituire ai lavoratori e alla popolazione i diritti sottratti da anni di smantellamento dello stato sociale; per aggredire le disuguaglianze; dare lavoro e reddito stabile e garantito per tutti; riportare nel pieno controllo pubblico statale la sanità, l’istruzione e la ricerca riorganizzandone e potenziandone personale e strutture; rendere penalmente molto più rilevante ogni mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro istituendo il reato di omicidio sul lavoro; rendere sicuro ed adeguato il rientro a scuola per un milione fra docenti ed ATA ed otto milioni di studenti ben oltre il vergognoso protocollo sottoscritto dai sindacati pronta-firma; definire un grande piano di assunzioni per rilanciare la Pubblica Amministrazione e difendere l’ambiente; sottrarre al ricatto e allo sfruttamento, attraverso una vera regolarizzazione, migliaia di migranti; bloccare gli sfratti e finanziare la ripresa dell’edilizia economica e popolare senza ulteriore consumo di suolo; nazionalizzare le imprese strategiche e sottrarre alle multinazionali il destino della manifattura italiana; riformare gli ammortizzatori sociali estendendone a tutti la possibilità di utilizzo; impedire colpi di mano sul contratto nazionale ed impedire un utilizzo delle nuove forme di lavoro come lo smart working in funzione di isolamento dei lavoratori; fermare l’aziendalizzazione della scuola nonché la selezione di classe per gli studenti e lo smantellamento dei diritti collettivi; revisione del Titolo V della Costituzione contro ogni ipotesi di autonomia differenziata.
Su questi principali ma certamente non esaustivi obbiettivi di fase saremo sabato 13 dalle ore 10, presso Largo 3 Giugno 1849, in prossimità del vertice degli Stati Generali dell’Economia per rappresentare i nostri punti all’ordine del giorno e avviare una fase di mobilitazione permanente che durerà per tutto il tempo necessario e che dovrà necessariamente prevedere mobilitazioni a carattere nazionale.