SENZA TEORIA RIVOLUZIONARIA NON PUÒ ESSERCI MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO. Campagna nazionale tesseramento Cambiare Rotta 2024
Campagna nazionale di tesseramento 2024: compila il forms!
Il 21 Gennaio 1924 moriva all’età di 53 anni Vladimir Lenin. A 100 anni dalla scomparsa di una delle figure centrali del movimento comunista internazionale del ‘900 abbiamo deciso di dedicargli la nostra campagna di tesseramento, riprendendo una delle sue frasi più celebri che ancora oggi parla a tutti i rivoluzionari che come noi si organizzano ogni giorno per sovvertire il presente e costruire l’alternativa socialista.
“Senza teoria rivoluzionaria non può esserci movimento rivoluzionario” Che fare? (1902)
Per comprendere il senso di questa frase dobbiamo contestualizzare l’opera del “Che fare?”. Lenin scrive l’opera in un periodo di grandi mobilitazioni, solo nel 1902 a causa delle condizioni di povertà sempre maggiori insorsero più di 300 villaggi contadini, le minoranze etniche erano sotto un continuo attacco dal governo zarista, le università si riempivano di gruppi rivoluzionari e, con lo sviluppo industriale, aumentava il numero degli operai. Di li a poco la rovinosa guerra contro il Giappone fece da scintilla per i moti insurrezionali del 1905 che Lenin definì tentativi di rivolta, non di rivoluzione, obbiettivo che invece riuscì, sotto la guida dei Bolscevichi, nel 1917.
Oggi, in occidente, la rivoluzione non è all’ordine del giorno ma ciò non deve rimuovere quest’orizzonte che, siamo convinti, non rappresenta solo un’alternativa al dominio capitalista ma l’unica vera via di salvezza dall’Umanità intera.
L’attualità delle categorie leniniste permette di cogliere a pieno il livello attuale delle contraddizioni del Modo di Produzione Capitalista, comprendendo a fondo gli enormi sconvolgimenti globali che stiamo vivendo e che stanno assumendo un carattere “rivoluzionario”: dall’arrancare sotto tutti i punti di vista, in ultimo anche quello militare, dell’imperialismo euro-atlantico al riscatto dei popoli oppressi dal neocolonialismo, dall’avanzamento dei movimenti popolari e di classe in America Latina, all’incredibile resistenza arabo-palestinese e le mobilitazione di solidarietà in ogni
angolo del mondo, fino all’insostenibilità del collasso ambientale, il vecchio ordine globale sta morendo e la storia riprende a camminare.
Il pensiero politico di Lenin ci insegna la centralità della dialettica teoria-prassi per individuare concretamente la strada ed i passaggi da compiere per agire ed essere soggetti agenti nel processo storico, anche quando tutto sembra perduto. All’Organizzazione occorre un metodo di indagine, di concezione e di azione, sempre aperto, in continuo progresso. Tale metodo, che oggi ci permette di vedere la portata storica dei cambiamenti in atto, è metodo per l’elaborazione della teoria rivoluzionaria, della teoria dello sviluppo della società e della sua trasformazione attraverso la rottura rivoluzionaria.
Moltissima attenzione nel Che fare? è dedicata alla soggettività, all’organizzazione come strumento per trasformare la realtà. L’Organizzazione deve essere avanguardia della classe lavoratrice, non deve limitarsi al sostegno e alla promozione delle lotte rivendicative, ma svolgere il ruolo di “stato maggiore” della classe nella lotta per il potere.
Nel contesto della cittadella imperialista in cui siamo chiamati ad agire, in una difficile fase di stagnazione e arretramento politico e di rapporti di forza estremamente sfavorevoli, il pensiero di Lenin, a discapito di chi si era affrettato a liquidarlo anche prima del 1989, se affrontato fuori dalla sterile commemorazione accademica è ancora un riferimento fondamentale, un faro sulla rotta nebbiosa da seguire nei tempi in cui viviamo che però sono forieri di possibilità e occasioni per rilanciare in avanti l’offensiva contro una classe dirigente in crisi strutturale che non può fare altro che imporre un futuro regressivo e repressivo per le fasce popolari e per i giovani.
È ora di Cambiare Rotta: tesserati, organizziamoci!