I GOVERNI DELLA L’UE DICHIARANO GUERRA ALL’AMBIENTE, SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA PACE, IL PIANETA E I DIRITTI

Appello promosso da Ecoresistenze, Centro Internazionale Crocevia e Associazione Rurale Italiana (ARI) per una partecipazione ambientalista organizzata alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma contro il riarmo.
+++ Per adesioni: appelloambiente21giugno@gmail.com +++
Anche quest’anno le regioni del nord e del centro Italia sono sott’acqua, mentre al sud torna lo spettro della siccità. L’agricoltura, in particolare le piccole e medie aziende, pagano il prezzo dei danni prodotti dall’agricoltura industriale. Parlare ancora di “emergenza” serve a nascondere la realtà: la spirale sempre più grave di eventi atmosferici estremi a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è il prodotto di precise scelte politiche, nazionali e sovranazionali, che da oltre mezzo secolo continuano a minimizzare la questione ambientale proponendo soluzioni palliative, miracolose o di superficiale verniciatura “verde”.c
Mentre il quadro ecologico si aggrava, la Commissione europea presenta il kit di sopravvivenza: investire oltre 800 miliardi in riarmo, una dichiarazione di guerra la cui prima vittima è il Pianeta. In quest’ottica risulta evidente che la modifica dei parametri della tassonomia europea del 2021, con l’inserimento del gas e del nucleare come fonti “verdi”, è stato un passaggio funzionale a questa deriva bellicista, così come il RePowerEU del 2022 e ora il ReArmEU o l’annunciato taglio del 205 alle risorse per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Siamo di fronte a un bivio essenziale: lottare per la pace, l’ambiente e i diritti significa fermare qui e ora le politiche di guerra decise dai Governi europei e dalla Commissione europea.
Anche il Governo Meloni ha da tempo subordinato la questione ambientale ed ecologica alle esigenze di competizione internazionale, il nome “Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica” trasuda retorica bellicista, confermata dall’impegno del Ministro Pichetto Fratin nel rilancio del nucleare in Italia. Questa scelta, basata sulla teoria che la tecnologia di quarta generazione per la fissione nucleare risolva i problemi di quelle precedenti, oltre a lasciare irrisolte le problematiche ambientali, apre a pericolose ambiguità sull’utilizzo della fissione in tempi in cui soffiano forte i venti di guerra.
Non solo nucleare, la guerra del Governo contro l’ambiente significa anche:
Grandi opere, come quella della Tav Torino-Lione e del Ponte sullo stretto di Messina, spinte come infrastrutture militari strategiche.
Consumo della terra agricola e naturale, una speculazione di pochi che paga tutta la popolazione ogni anno con morti, danni e sfollati a causa dell’impatto di alluvioni, isole di calore urbane e inquinamento e della crescente cementificazione delle aree destinate all’agricoltura o al verde urbano. Una massa di finanziamenti a sostegno dell’agricoltura industriale. L’appoggio finora dato dal governo all’eventuale drastica riduzione delle risorse per la PAC per finanziare RearmEU, è l’abbandono di ogni velleità di transizione ecologica. Particolarmente colpita è l’agricoltura contadina, quella che, contando sulle sue forze, si batte per una effettiva transizione ecologica e che, fin da ora, dice “noi obbiettiamo”.
Nuovi OGM, Brevetti sulle sementi e una più generale deregolamentazione dei rari limiti messi all’agricoltura industriale, inseguendo il mito della competitività agricola europea.
Queste sono le scelte presentate come necessarie per il superamento di una crisi che si manifesta a tutto campo – economica, energetica, alimentare, ambientale – ma che non faranno altro che amplificarla: è tempo di rompere il diktat delle “soluzioni tecniche”, che nascondono il tentativo estremo di garantire la tenuta di un modello di sviluppo fallimentare e insostenibile capace solo di generare guerre, genocidio, sfruttamento e devastazione ambientale e rendere il cibo di qualità un lusso.
In difesa di queste politiche, cresce la stretta autoritaria. Stiamo assistendo a un’escalation repressiva contro attiviste, attivisti e organizzazioni ambientaliste, a fianco alla storica repressione dei movimenti come quello No Tav e No Muos, di cui ormai non vengono tollerate nemmeno le manifestazioni che fino a ieri venivano acclamante dai circoli politici e mediatici, come testimoniato dalla parabola della figura di Greta Thunberg, passata dagli interventi alle Nazioni Unite e al Parlamento Europeo ai continui arresti silenziati dalla stampa.
Questo clima di criminalizzazione, che sta avvenendo in maniera generalizzata a livello continentale, trova la declinazione italiana nel nuovo decreto sicurezza che, in linea con quelli dei governi precedenti, impone una lettura di “ordine pubblico” contro tutte le iniziative di dissenso sociale, politiche e ambientali.
In questo quadro di campagne di paura, minacce di guerra e repressione delle lotte crediamo necessario aprire un confronto tra tutte quelle organizzazioni, associazioni, movimenti e singole/singoli attiviste/i ecologiste, così come con le organizzazioni contadine, che ritengono urgente dare una risposta contro ogni forma di riarmo costruendo una partecipazione ambientalista organizzata nella manifestazione del 21 giugno.
L’UE DICHIARA GUERRA ALL’AMBIENTE, SCENDIAMO IN PIAZZA PER LA PACE, IL PIANETA E I DIRITTI!
ECORESISTENZE / CENTRO INTERNAZIONALE CROCEVIA / ASSOCIAZIOE RURALE ITALIANA
Per adesioni: appelloambiente21giugno@gmail.com
