UNIPG/ PROGRAMMA ELEZIONI 2025
BLOCCHIAMO TUTTO PER CONQUISTARE UN FUTURO! CONTRO L’UNIVERSITÀ DELLA BERNINI E DEL GENOCIDIO!
Programma di lotta di Cambiare Rotta – Organizzazione Giovanile Comunista per le elezionidelle rappresentanze studentesche all’Università degli Studi di Perugia del 10 e 11 dicembre per il biennio 2025-2027
CI CANDIDIAMO PER LA PRIMA VOLTA ALL’UNIVERSITÀ degli STUDI di PERUGIA dopo aver animato gli enormi scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre, che hanno visto scendere nelle piazze migliaia di studenti e lavoratori uniti contro il genocidio perpetrato dallo stato terrorista di Israele e la complicità del governo Meloni, al grido di BLOCCHIAMO TUTTO.
DALLE MOBILITAZIONI..
Dopo anni in cui infatti sembrava impossibile mettere in discussione il pessimo funzionamento delle università nel nostro paese, negli ultimi anni sono tanti gli studenti e le studentesse che hanno deciso di organizzarsi e denunciare il modello universitario e sociale in cui viviamo. Qui a UNIPG come Cambiare Rotta abbiamo sostenuto o contribuito direttamente alle grandi mobilitazioni e scioperi generali di settembre ed ottobre 2025, e, anche all’interno dell’università ci siamo mobilitati contro la guerra e il genocidio in Palestina, attraverso una petizione per far istituire un osservatorio sulla militarizzazione, sollevando il grande problema della complicità dell’università con il genocidio in Palestina, una complicità che si realizza anche con il silenzio e la poca trasparenza sugli accordi di università e ricerca con l’industria bellica Israele. Oltre a questi eventi più conosciuti, sono tante le iniziative di dibattito e le proposte portate avanti: ci siamo espressi contro il sistema valutativo a crocette del dipartimento di FISSUF, che oltre ad aumentare l’ansia di studenti che devono essere solo performativi e non sviluppare una vera conoscenza critica, è anche emblematico di quanto l’Università pubblica sia stata definanziata negli ultimi anni a favore delle spese militari, come ci riconferma l’ultima manovra finanziaria e la Riforma della Bernini. Tante sono le iniziative in cui abbiamo discusso di carostudi e carovita, dai prezzi proibitivi degli affitti, dei mezzi, a quelli del materiale scolastico, mense e bar. Per non parlare della mancanza di CAV funzionanti e di medici di base disponibili per i fuorisede. Come Cambiare Rotta stiamo costruendo un’alternativa che risponda alle esigenze reali di tutti con una forte base di solidarietà e che tenga al centro l’organizzazione e la partecipazione, perché senza di questi nessuna buona rappresentanza potrà ottenere dei risultati.
…ALLA RAPPRESENTANZA
Le mobilitazioni degli ultimi anni hanno fatto emergere altro: la mancanza di una rappresentanza universitaria che svolga realmente la sua funzione. Tra clientelismo e carrierismo, tra un badge per il curriculum o una poltrona calda in rettorato, purtroppo si è trasformato quello che doveva essere un meccanismo di partecipazione degli studenti in uno strumento utilizzato da pochi, a discapito degli altri. Certo, l’Università per prima ha incentivato questo processo svuotando la struttura democratica dell’ateneo, ma finora, nessuno ha avuto mai il coraggio di rompere questi ingranaggi. Il risultato? Percentuali di votanti che raramente superano il 40%. Noi crediamo in una rappresentanza che sia megafono delle lotte e che miri ad aumentare la partecipazione di tutta la comunità studentesca alle attività e le decisioni dell’ateneo che riguardano direttamente il nostro futuro, in ogni corso di studi, dipartimento, facoltà, ma non solo qui a Perugia! Come organizzazione nazionale crediamo nell’importanza di unire, invece che dividere, e avere una rappresentanza comune in ogni ateneo d’Italia che discute e si confronta continuamente, è una forza per tutti.
BLOCCHIAMO TUTTO. A partire da settembre il nostro paese e anche le università hanno assistito ad una rottura degli argini della passività senza precedenti. Piazze di centinaia di migliaia di lavoratori e studenti uniti contro la complicità che lega il nostro paese al genocidio in Palestina. Scioperi, presidi, picchetti e blocchi, sono state decine le forme che ha preso la rinnovata attivazione solidale ed internazionalista nel nostro paese, e in questo contesto le università sono state protagoniste. Ad oggi non è più possibile parlare di università neutrale o apolitica, dopo due anni di intense mobilitazioni sappiamo che essa non è una torre d’avorio slegata dai processi sociali, ma anzi ne è un tassello fondamentale per la riproduzione materiale ed ideologica necessarie alle classi dirigenti. In questo contesto, essa sta venendo smantellata pezzo dopo pezzo, il colpo finale dato da una riforma universitaria, come sta facendo l’attuale Ministra dell’Università Bernini. Crediamo sia necessario uno stravolgimento del modello universitario per come lo conosciamo, mettendo al centro la natura sociale che università e ricerca dovrebbero avere: emancipazione, progresso sociale e sviluppo di un’alternativa alla realtà che viviamo attualmente. Frutto dei processi di aziendalizzazione e privatizzazione degli ultimi decenni, ad oggi l’università e la ricerca sono strumenti dedicati alla formazione di futuri lavoratori precari e sfruttati, all’innovazione tecnologica per aumentare i profitti dell’industria e dei privati e come laboratori ideologici in cui imporre un’unica visione di mondo. Lo si vede chiaramente dall’istituzione della Terza Missione che vede le università impegnate ad interagire con “enti esterni, con il tessuto produttivo e la società nelle sue varie forme e articolazioni” per cui alla fine molti atenei collaborano con fabbriche di armi come la Leonardo Spa, con aziende inquinanti come l’ENI o l’ENEL e organizza eventi con esponenti della NATO o dell’esercito.
PER CONQUISTARE UN FUTURO, perché diversi eventi negli ultimi decenni hanno peggiorato drasticamente le condizioni economiche, politiche e sociali in cui viviamo: il lavoro precario e l’alto tasso di disoccupazione, l’impoverimento delle famiglie, lo scoppio di ulteriori guerre in tutto il mondo e il coinvolgimento dell’Italia, hanno fatto lievitare il costo della vita e degli studi rendendo il percorso formativo inaccessibile perché molto costoso e la laurea un titolo che non necessariamente significherà migliori condizioni lavorative. Nonostante questo, ancora continua la retorica – praticamente in ogni corso di studi – su quanto “se ci impegniamo”, “se ce lo meritiamo”, allora “ce la faremo” creando delle aspettative che poi puntualmente vengono smentite dalla realtà. La realtà di un Governo che eseguendo le politiche dell’Unione Europea, perfettamente in continuità con i governi tecnici e di centro sinistra, continua a tagliare sui fondi destinati al diritto allo studio, aumenta i livelli di precarietà nella ricerca e in tutti i settori lavorativi, è perfettamente sostenitore dell’invio di armi e della partecipazione militare nei conflitti, continua a produrre devastazione ambientale e vuole anche togliere qualsiasi possibilità di manifestazione di dissenso e visione alternativa. Di fronte alla crisi di prospettive, non c’è nessun futuro garantito, ma è tutto da conquistare: un futuro in cui le relazioni internazionali si basino sulla solidarietà tra popoli, non sulle guerre; in cui il sapere sia al servizio dell’emancipazione e del benessere dei popoli, e non del profitto delle multinazionali; in cui tutti e tutte abbiano accesso ad un lavoro dignitoso e ad un tetto sulla testa; in cui l’intero percorso di formazione sia gratuito, accessibile e percorribile per tutte e tutti.
