“The case for islamo-christian civilization”

In questi anni abbiamo avuto più volte modo di apprezzare le posizioni del prof. Angelo d’Orsi (qui un’intervista che gli ponemmo dopo le polemiche che seguirono un’iniziativa da noi organizzata in università e a cui il professore contribuì con una sua relazione).
Pertanto cogliamo un consiglio di lettura apparso alcuni giorni fa sulla sua pagina facebook, per continuare ad approfondire argomentazioni valide a smontare “certi teoremi presentati come verità evidenti” di una supposta guerra di civiltà in corso.

 

“Si ritorna a parlare di “radici giudaico-cristiane” dell’Europa, in queste giornate terribili di notizie di morte. Per arrivare alla conclusione, implicita o esplicita, che il mondo islamico rappresenti “l’altro”, il “nemico” da espungere, allontanare, o metter in condizione di non nuocere. Si propongono confronti tra noi che oggi siamo “costretti a convivere col terrorismo” con gli israeliani, che, a loro volta, sono avvezzi a tale pratica, eroicamente. Il cerchio si chiude. Così Israele rappresenta “NOI”, l’Europa, l’Occidente, il “Mondo libero”, la “Democrazia”, e “LORO” sono la barbarie. Dalla ineffabile signora Santanché al “professionale” Enrico Mentana, da “Libero” al “Corriere della Sera”, si semina odio, in modo vario, ora soffuso, ora rumoroso, e volgare. E mentre si finge di dimenticare che la gran maggioranza delle vittime di queste settimane sono mussulmane, e che dietro tutti questi contrasti c’è o c’è stato sempre l’Occidente (con le sue fabbriche d’armi, con le sue reti criminali), si è pronti a “perdonare” islamici quali Al Sisi o Erdogan o i padri-padroni dell’Arabia Saudita, in nome di una ragion di Stato equivoca e comunque a senso unico. Un consiglio di lettura, per chi voglia smontare certi teoremi presentati come verità evidenti, è il bel libro di Richard W. Bulliet, “The case for islamo-christian civilization” (2004), uscito anche in italiano l’anno dopo da Laterza: “La civiltà islamico-cristiana: una proposta”. Si capirà perfettamente che il cristianesimo, nella sua vicenda storica, è assai più vicino e intrecciato all’islamismo che all’ebraismo, e che comunque la storia d’Europa è una storia di fusione, di popoli, culture, economie, fusione che nasce anche dai conflitti. I vincitori spesso hanno assunto i costumi e le religioni dei vinti e viceversa. E’ la contraddittoria, drammatica ma affascinante lezione della storia. La cui conoscenza sarebbe indispensabile a politici e giornalisti; ma, si sa, sono troppo impegnati nel talk show per studiare. O anche soltanto per leggere qualche buon libro”.