¡Endavant poble catalá!
Dal 21 al 23 novembre Noi Restiamo ospiterà a Roma, Bologna e Torino alcuni compagni e compagne indipendentisti provenienti dalla Catalogna, militanti della Sepc e di Arran, organizzazioni giovanili e studentesche indipendentiste.
Non è la prima volta che incontriamo questi compagni, ma oggi questa loro visita ha un’importanza particolare. Nelle ultime settimane, il processo che da tanto tempo seguiamo con interesse e partecipazione, è esploso con forza popolare e determinazione militante. Ci ritroviamo a parlarne con i diretti protagonisti, dopo tante rapide tappe del loro percorso politico.
Dopo il referendum del 1 ottobre, che ha visto un popolo unito e determinato a difendere in modo pacifico il diritto a votare nonostante la violenta repressione.
Gli scioperi generali del 3 ottobre e del 8 novembre, che hanno visto centinaia di migliaia di lavoratori scendere in piazza e bloccare il paese, mobilitando settori di classe reali.
La dichiarazione di indipendenza.
L’applicazione del famigerato 155, l’incarcerazione di quasi tutto il governo, i prigionieri politici.
L’odio e la vendetta di classe della borghesia dominante.
L’arroganza delle èlites intellettuali di fronte alla volontà del popolo, giudicato indegno, egoista, minorato. Non degno di esprimersi, se non vota “bene”.
Nell’incapacità di lettura e coraggio politico di certi pezzi della sinistra (nostrana, spagnola, europea…) di fronte alla Storia che si muove.
Dopo l’appoggio sostanziale dell’Unione Europea alla brutale repressione dello Stato Spagnolo, trincerata dietro la legittimità di una costituzione di stampo franchista e terrorizzata da un voto esplicitamente di rottura.
Dopo tutto questo, il popolo catalano ci sta ancora dando una grande lezione di dignità e coraggio. Ci sta dimostrando che è vero che sono i popoli a scrivere la Storia, che se un popolo prende coscienza di sé e del proprio potere non lo si può fermare.
Una generazione intera di giovani si sta formando con la consapevolezza che non solo lottare è giusto e necessario ma che si può anche pensare di vincere.
Una generazione alla quale, dopo anni di crisi e di politiche lacrime e sangue, riforma dopo riforma, viene negato un futuro ma che oggi è in prima linea per riprenderselo.
È con loro che ci confronteremo in questi incontri, è da loro che ascolteremo l’esperienza della costruzione della campagna referendaria, dei Comitati per la difesa del voto prima e della Repubblica oggi, della partecipazione in prima linea agli scioperi e alle manifestazioni, delle occupazioni di strade e università. E’ con loro che approfondiremo le ragioni delle opportunità di rottura con l’esistente che il processo di indipendenza catalana sta imponendo.
All’interno del nostro percorso di lotta contro l’UE, nel tentativo di ricomposizione di un blocco sociale alternativo e antagonista, sostenere la lotta per l’Indipendenza del popolo catalano e quella delle forze che in essa vedono e agiscono per una rottura sociale ed politica con Bruxelles, significa anche sostenere, costruire e rafforzare l’ipotesi di alternativa democratica e progressista per le classi popolari dei nostri paesi.
La loro battaglia è anche la nostra.
E noi sappiamo da che parte stare: endavant poble català!