Contro il revisionismo del 4 novembre e il culto della guerra. Per sempre figli della resistenza!
Verso e oltre la manifestazione del 4 novembre, come organizzazione giovanile comunista, abbiamo deciso di scrivere questa breve pubblicazione per inquadrare l’operazione mistificatrice del Governo Meloni nel contesto attuale di “guerra mondiale a pezzi”.
Mentre il conflitto infuria senza soste, impantanato in uno stallo in stile coreano dove non si intravedono nell’immediato possibilità sul campo di battaglia di superare una lunga guerra di posizione, in Ucraina; mentre i venti di nuovi conflitti di una vera e propria guerra mondiale a pezzi soffiano forti in tutto il mondo, dall’Africa sub sahariana, al caucaso, al medio oriente fino alla polveriera dell’indo-pacifico, il 12 luglio 2023 il senato ha approvato all’unanimità il testo unificato di cinque disegni di legge che istituiscono la “giornata dell’Unità nazionale delle Forze armate”, ripristinando la giornata nazionale del 4 novembre, anniversario dell’armistizio di Villa Giusti e della “vittoria” contro l’Austria Ungheria nella prima guerra mondiale nel 1918. Stiamo parlando di una chiara operazione ideologica volta a ri-istituire un culto della guerra e degli eserciti – dal sapore fascista – al fine di accettare la militarizzazione della società dettata delle esigenze belliche dell’alleanza atlantica.
Quarta di copertina.
Di fronte al tentativo ideologico di rifondare la memoria del nostro paese su basi militariste e guerrafondaie, difronte al tentativo di eliminare la memoria della resistenza: come organizzazione giovanile comunista affermiamo con fierezza che siamo figli del 25 aprile e non del 4 novembre, siamo figli della storia partigiana, la storia della resistenza che con la sua eroica lotta ha schiacciato le barbarie del fascismo e combattuto contro la guerra e le sue barbarie!
Dunque non possiamo che opporci e dare battaglia al nemico di classe dove fà più male. Davanti all’appuntamento della scadenza a fine anno dei decreti che consentono l’invio di armi in Ucraina, un vero e proprio spartiacque politico sul coinvolgimento del nostro paese del conflitto, davanti ad una guerra, davanti ad un periodo di guerre e conflitti, davanti alla messa in moto del piano inclinato dell’imperialismo, non possiamo che promettere alle classi dirigenti di essere partigiani a nostra volta contro la guerra, pronti ad un autunno di lotta per riaffermare con forza la necessità di rompere la gabbia della NATO e dell’UE che ci lanciano a spada tratta in guerra, bloccare la guerra e l’economia di guerra, riaffermare l’identità antifascista delle giovani generazioni.
Per fermare queste ignobili manovre ideologiche del governo Meloni e per fermare la corsa verso il baratro, scenderemo in piazza più determinati che mai questo 4 novembre, alla manifestazione nazionale a Roma convocata da un’ampia coalizione di forze politiche, sociali, sindacali e di movimento.