ROMPIAMO IL PARADIGMA EMILIA ROMAGNA: BASTA ALLUVIONE DI CEMENTO
Mercoledì 6/10 ore 18 Officina del popolo valerio evangelisti, ne parliamo con:
- Comitato Besta
- Corrado Oddi, coordinamento regionale RECA
- Federico Serra, Riccardo Rinaldi, Teresa La Torretta candidati con la lista Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro
- Nino Pizzimenti, Direttivo Legambiente Bologna
- Luca di Extinction Ribellion
A distanza di un anno e mezzo dalla grande alluvione in Romagna e a tre settimane dall’ultima, l’Emilia-Romagna è nuovamente colpita da un’alluvione. Tuttavia, le priorità della regione e dei candidati di destra e sinistra alle elezioni regionali del 2024 continuano ad essere il disboscamento e la cementificazione. Ancora una volta, vediamo la cittadinanza in ginocchio a causa delle scellerate politiche regionali, legate a un modello di gestione economica che incarna un paradigma di sviluppo caratterizzato da un’incontrollata e inarrestabile devastazione ambientale. L’unico imperativo sembra essere trattenere ed attrarre capitali. Un esempio è dato da Santori che, nonostante i danni subiti, “rassicura” una Bologna in ginocchio, sostenendo che il turismo non si fermerà nella capitale della Food Valley e che l’overtourism rimane una delle vere priorità di questa giunta.
L’Emilia-Romagna è la terza regione in Italia per livelli di consumo di suolo e la prima per rischio di dissesto idrogeologico. Questo significa che il profitto, associato al consumo di suolo, porta a una riduzione della capacità del territorio di far fronte a eventi climatici estremi, a loro volta aggravati dalle emissioni di gas serra e inquinamento. Nonostante gli eventi di un anno e mezzo fa, la nostra regione è ancora sotto un’alluvione di cemento, in tutta l’ER si vuole continuare a costruire: il Passante di Mezzo, l’allargamento del Porto di Ravenna, il nodo di Rastignano, l’abbandono dei territori montani al di là di nuove infrastrutture turistiche come al Corno alle Scale e numerosi progetti finanziati con i fondi del PNRR che aumentano le mire speculative soprattutto melle città. Non si tratta solo di maltempo, ma di una crisi climatica che continuerà se non ci sarà un cambio di rotta sulla gestione del territorio e sul modello di sviluppo da perseguire.
È necessario rompere con il “partito unico del cemento” e costruire un’alternativa reale che tuteli l’ambiente, la salute e il lavoro. Queste elezioni regionali ci dimostrano ancora una volta che da destra a sinistra, Ugolini e De Pascale, sono d’accordo sul modello di sviluppo fondato sul cemento e sulle grandi opere, come si è visto per il Passante, un progetto che per entrambi non può neanche essere messo in discussione per non toccare gli interessi delle grandi multinazionali della logistica.
Sempre più in questa città e in questa regione, le lotte ambientali portate avanti da associazioni e cittadini si sono moltiplicate e rafforzate, anche grazie all’importante vittoria ottenuta al Parco Don Bosco. Di fronte a una crisi climatica sempre piú pervasiva, che da Bologna a Valencia mostra il suo impatto sulle grandi città del cemento, la prerogativa di questo governo é implementare la repressione verso le lotte ambientali, come é chiaro dal ddl 1660, una chiaro decreto che in linea con le politiche della sinistra che ha preceduto questo governo, vogliono una chiusura degli spazi di agibilità politica e promuovono politiche repressive securitarie.
La grande manifestazione regionale a Bologna del 26/10 ha dimostrato da che parte sta questa regione e pensiamo debba essere un momento di passaggio e di rilancio per imporre al centro del dibattito pubblico l’urgenza di affrontare le questioni ambientali.
Con le realtà che hanno supportato e animato queste lotte e con tutta la cittadinanza interessata vogliamo continuare a confrontarci per costruire un’idea e una forza di alternativa all’esistente. Per questo chiamiamo tutti a confrontarsi mercoledì 6 alle 18 all’Officina del popolo valerio evangelisti.