UNIBO: PROGRAMMA DI LOTTA ELEZIONI STUDENTESCHE 2025

CAMBIARE L’UNIVERSITÀ, CONQUISTARE UN FUTURO!

Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito a politiche di macelleria sociale, che hanno tolto qualsiasi prospettiva alla nostra generazione, lasciandoci un futuro fatto di precarietà, sfruttamento, crisi climatica e guerra, ora diventata l’unico rilancio possibile per il modo di produzione capitalistico dalla crisi sistemica che sta attraversando.


Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato…
Le sfide del presente e lo stato disastroso del diritto allo studio e della ricerca, hanno rinnovato nelle nostre università una volontà di mobilitazione, dalle tende per il caroaffitti, alle mobilitazioni per il boicottaggio accademico e contro la guerra.
L’università non è solo lo specchio della società, ma è anche un tassello fondamentale su cui ha scommesso la classe dirigente. Per questo, oggi il Governo Meloni sta portando avanti le politiche di “adeguamento” a questa fase di crisi: tagli di più di mezzo miliardo al FFO e riforme aprono sempre più le porte dei nostri atenei agli interessi di profitto e di guerra, dei privati e della classe dirigente, chiudendole invece al nostro diritto allo studio e al nostro futuro. Nonostante l’evidenza dei fatti, la ministra Bernini continua a mentire…


Ma gli studenti rispondono sempre con la lotta!
Per questo risulta doveroso avanzare con una rappresentanza di rottura, che sappia essere realmente megafono delle lotte studentesche e capace di trasformare quegli spazi in campi di battaglia dove batterci per conquistarci diritti e dignità, e non fare i comodi delle governance o del governo, nemico degli studenti.

Ci raccontano che, mai come oggi, il diritto allo studio è tutelato…MENTONO!
Gli studenti vedono aumentare il costo della vita e degli studi, mentre le borse rimangono ferme da anni. A inizio anno, Ministra Bernini ha vantato 60mila nuovi posti letto, ma per ora ne vediamo a malapena 20mila, e quasi tutti in studentati di lusso, che a Bologna spuntano come funghi.

Governo e UniBo ci raccontano di come gli studenti e il loro futuro siano sempre al primo posto…MENTONO!
L’università è sempre più escludente e gli studenti hanno sempre meno prospettive per il futuro. L’università che ci consegnano è quella dei tagli, quella dei 60 CFU, quella della riforma del pre-ruolo, dei tirocini non pagati, dei lavoretti precari dopo la laurea: solo chi parte da una condizione già avvantaggiata può accedere all’insegnamento, alla ricerca o ad un lavoro dignitoso.

Ci raccontano di università e ricerca come “strumenti di pace”…MENTONO!
Un anno di mobilitazione per la Palestina e contro la guerra ha messo in luce i forti legami tra i nostri atenei e l’industria bellica, e la repressione che sono disposti a mettere in campo per difenderli!

Ci parlano di un’università “pluralista”…MENTONO!
L’aziendalizzazione dell’università ha relegato gli studenti ad un ruolo sempre più marginale nella politica universitaria. Vediamo invece lo strapotere di privati, CdA e rettori, che danno il loro meglio quando si tratta di reprimere il dissenso degli studenti, dalle aule negate fino ai manganelli. Il dL 1660 non farà che peggiorare la situazione, introducendo i servizi segreti in ateno.
Parlano di pluralismo, ma solo quando a parlare devono essere le giovanili neo-fasciste che, vergognosamente, la nostra università riconosce nell’albo delle associazioni e finanzia, sdoganandole ogni giorno di più.

Ci parlano di un’università progressista e inclusiva…MENTONO!

Quella che viviamo noi è un’università della competizione e del ricatto, dove la condizione materiale di partenza di studenti, ricercatori, lavoratori è elemento discriminante per ottenere borse di studio o mantenere un contratto o un assegno di ricerca, alimentando il disagio psicologico e creando le condizioni perché violenze e molestie avvengano il più
delle volte nel silenzio.

Da tempo critichiamo la rappresentanza in università per come ne viene fatto uso dalla maggioranza delle liste e per come le stesse Governance mirano a renderle uno strumento vuoto e impotente, relegando le elezioni a un momento indirizzato a una stretta cerchia di studenti, sconnesso dalla realtà della partecipazione alla vita politica negli atenei. Conseguenza immediata è il dato dell’affluenza, che per le ultime elezioni del CdS è stato solo dell’11.05%.
La rappresentanza non deve essere carrierismo e perseguimento di fini personali, non deve essere uno strumento burocratico o di delega che mira alla gestione del presente, non deve essere la voce dei rettori o delle rettrici. La rappresentanza nasce per dare voce ed essere megafono, negli organi istituzionali, delle lotte e delle rivendicazioni che tutta la comunità studentesca e accademica pongono, deve essere uno strumento che invece di delegare a pochi eletti, miri ad allargare la partecipazione ai processi democratici dell’università.

Il 14-15 maggio elezioni studentesche di UNIBO e del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari vota Cambiare Rotta!