PALESTINA: 78 ANNI DI RESISTENZA, PIANO TRUMP E CONTESTO INTERNAZIONALE. Ciclo di iniziative per orientarsi in un mondo che cambia!

Nelle ultime settimane in questo paese si sono rotti gli argini: le mobilitazioni contro il genocidio in Palestina hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone dopo anni di letargia. In particolare, gli scioperi generali del 22 settembre e 3 ottobre hanno avuto la capacità di paralizzare il Paese sotto lo slogan semplice ma efficace del “BLOCCHIAMO TUTTO”, producendo il blocco concreto di porti, stazioni, autostrade, tangenziali, facoltà universitarie e scuole e lasciando intravedere anche una possibilità concreta di ricomposizione di classe tra studenti e lavoratori.

Mentre le mobilitazioni continuano, proponiamo un momento di dibattito e formazione per riannodare i fili che uniscono la resistenza palestinese di ieri a quella di oggi e per ragionare sulle vicende attuali – in primis il cosiddetto accordo di pace – nel nuovo contesto internazionale.

A due anni dall’operazione “Diluvio Al Aqsa” e a seguito alle enormi mobilitazioni contro il genocidio in Palestina in tutto il mondo, il “piano di pace” proposto da Trump ha raggiunto un cessate il fuoco che sembra essere molto debole e andrà verificato nei prossimi giorni. Una tregua che rappresenta una necessità urgente, quella di fermare il genocidio, ma che sicuramente rappresenta un ulteriore passaggio del colonialismo occidentale in Medio Oriente. Israele ha obbedito ancora una volta – probabilmente senza entusiasmo – al padrone nordamericano, che continua a giocare la sua partita nell’area utilizzando l’entità sionista come fedele vassallo ma anche grazie all’asservimento di gran parte degli Stati arabi.

Per comprendere meglio quanto sta accadendo riteniamo sia opportuno allargare il campo d’osservazione, tanto in termini temporali quanto geografici. Anzitutto crediamo necessario ripercorrere almeno gli ultimi 30 anni di storia, andando a ricostruire il percorso che dagli accordi di Oslo, passando per la seconda Intifada, l’affermazione di Hamas a Gaza e il 7 ottobre ci porta allo scenario attuale.

Oltre che da un punto di vista storico, occorre allargare lo sguardo anche ai mutati equilibri a livello internazionale e geopolitico. Con buona pace di Fukuyama e Thatcher, la storia infatti è tutt’altro che finita: anzi, pare abbia iniziato a correre a grandi passi. Il dato centrale è la profonda crisi dell’Occidente da un punto di vista economico, politico, militare e ideologico. Dopo decenni di dominio unipolare statunitense, il ruolo dell’imperialismo occidentale oggi è messo sotto attacco dal progressivo sganciamento di una fetta sempre più grande di stati e popoli del cosiddetto Sud globale, come dimostra l’allargamento dei BRICS+ compreso anche il tentativo di de-dollarizzazione del mercato. La resistenza palestinese contro Israele, l’avamposto dell’imperialismo in Medio Oriente, va necessariamente inserita all’interno di uno scenario più ampio dove gli equilibri a livello internazionale vengono progressivamente ridisegnati.

Invitiamo tutti gli studenti e le studentesse che hanno preso parte alle mobilitazioni a partecipare e discutere nelle iniziative che proporremo in tante città del Paese, con il contributo dei compagni della Rete dei Comunisti. Sarà nostro compito non solo continuare a mobilitarci per la liberazione del popolo palestinese ma anche dotarci di una chiave di lettura generale che ci permetta di essere incisivi, qui e ora, nel nostro Paese.

Trova l’appuntamento più vicino a te e partecipa: senza teoria rivoluzionaria non può esserci movimento rivoluzionario!

Venerdì 17 Torino h 17
Sabato 18 Modena h16
Lunedì 20 Perugia h.16
Martedì 21 Genova h17
Mercoledì 22 Bologna h.17
Mercoledì 22 Pomezia h.16
Venerdì 24 Roma h.15
Venerdì 24 Monterotondo h.17
Martedì 28 Milano h.16
Mercoledì 29 Bari h.17

LISTA IN AGGIORNAMENTO!