THE STUDENT HOTEL: UNO SCHIAFFO IN FACCIA ALLA NOSTRA GENERAZIONE

Giovedì abbiamo partecipato anche noi all’incontro tra circoscrizione 7, assessore all’urbanistica Iaria e proprietà di The Student Hotel portando la voce di tutti quegli studenti in gravissime condizioni economiche e ribadendo che lo student Hotel è l’ennesimo attacco al diritto allo studio e all’abitare.

Sono di questi giorni infatti le dichiarazioni dell’assessore Iaria e del presidente di circoscrizione Deri durante l’assemblea pubblica e quelle del responsabile italiano Andrea Tota, che in merito alle accuse di gentrificazione rivolte al progetto della prossima costruzione di The Student Hotel, hanno risposto esaltando il ruolo che il progetto avrebbe, a loro dire, nella “rigenerazione urbana” del quartiere, grazie anche al target di riferimento, ovvero i giovani studenti(ricchi).
Sappiamo bene che un termine come “rigenerazione urbana” significa solamente esclusione da determinate zone di tutti quelle classi sociali che non possono permettersi affitti esorbitanti e incremento esponenziale del costo della vita, in un quartiere come Aurora che già da anni assiste a una gentrificazione spietata, a partire dalla costruzione della sede di Lavazza fino al recente sgombero delle serrande occupate, con strategie volte sempre di più a eliminare tutti quegli elementi di “disturbo e di degrado” che non risultano certamente attrattivi per gli investitori privati.

Il progetto dello Student Hotel, ultimo dei molti cantieri per studentati privati sorti in città, che dovrebbe essere completato entro il 2023, si inserisce perfettamente in questo percorso, appoggiato con forza da assessori e dal Comune. Uno studentato privato accessibile a pochissimi, con costi di alloggio talmente elevati da risultare una beffa nella sua presentazione, come “polo attrattivo e necessario per noi giovani”, presentato dalla proprietà e dalla circoscrizione come accessibile a tutti gli studenti, poiché 450€ per una stanza doppia “sono un prezzo giusto” secondo loro, quando stentiamo ad arrivare a fine mese.

Queste dichiarazioni confermano la tendenza a una sempre maggiore elitarizzazione della formazione, settore strategico di investimento collegato come abbiamo visto a doppio filo con le politiche cittadine, che ha visto durante la pandemia un’accelerazione di quei processi di esclusione di tutti quelli studenti che non possono permettersi elevatissimi costi di istruzione e di vita. La costruzione dello Student Hotel è l’ennesimo schiaffo in faccia alla nostra generazione e uno dei molti tasselli di un processo di esclusione, che partendo dal mondo dell’università arriva fino a quartieri strategici cittadini, investendo tramite la svendita del pubblico in studentati privati anziché in residenze e in edilizia.

A chi giustifica i propri interessi presentando questo tipo di intervento criminale come un’opera a favore della comunità e degli studenti, rispondiamo che è da quasi un anno che siamo immersi in una crisi sanitaria, economica e sociale che colpisce duramente la nostra generazione, lasciati senza alcun tipo di tutele da Governo, Università e Regioni, privati di tutti quei lavoretti precari che ci consentivano un mezzo di fragile sussistenza. Ci ritroviamo in una crisi dell’abitare che colpisce sempre più molti giovani, incapaci di sostenere affitti sempre più alti con contratti di locazione atipici, sotto minaccia di sfratto a causa di decreti criminali e vivendo sotto ricatto del proprio padrone di casa, certamente non alla ricerca di studentati privati con costi fino ai 1000€, accessibili a pochissimi. Troppi studenti si sono ritrovati a non poter pagare le tasse universitarie, costretti a una Dad inaccessibile su cui troppo spesso le Università hanno investito, preferendo il potenziamento della didattica a distanza a investimenti su spazi e edilizia, mentre il Comune svendeva ai privati preziosi spazi pubblici come il terreno su cui sorgerà Lo Student Hotel. Nonostante in molti non fossimo nella condizione materiale di conseguire i crediti necessari al mantenimento delle borse di studio, quegli stessi criteri di merito sono rimasti invariati, mentre a causa della crisi sanitaria ci siamo visti dimezzati i posti nelle residenze pubbliche, già insufficienti e fatiscenti.
Di fronte a una messa in sicurezza delle poche residenze pubbliche esistenti e comunque limitate infatti non ne è conseguito un aumento proporzionale dei posti letto. Solo in Piemonte sono stati esclusi 3500 studenti idonei beneficiari dai posti letto in residenza, e l’unica soluzione che è stata trovata sono stati insufficienti accordi con hotel privati, mentre spazi pubblici che potrebbero essere utilizzati, come la palazzina Aldo Moro vengono svenduti ai privati; ne è esempio lampante la prossima apertura di una nuova residenza privata all’interno dell’immobile di proprietà di Unito.

È lampante che l’emergenza da Covid 19 ha solo reso evidente un indirizzo sempre più elitario delle università, da cui rimangono escluse sempre maggiori fasce d’accesso, e le ultime dichiarazioni degli amministratori e il piano regolatore del Comune ne sono la riprova, con investimenti a livello cittadino pensati solo per determinate classe sociali. Le necessità di noi giovani studenti non sono studentati di lusso con affitti da capogiro e quartieri gentrificati e accessibili solo alle fasce sociali più ricche, né una città svenduta ai privati che esclude chi non se lo può permettere. Sono necessari investimenti in edilizia e in sicurezza, un calmieramento degli affitti, nuove residenze pubbliche accessibili per garantire il diritto allo studio e all’abitare senza restrizioni di merito, sono necessarie vere tutele per la nostra generazione.