CINGOLANI: MINISTRO DELLA TRUFFA ECOLOGICA. DIBATTITO: PERCHÉ LA FISSIONE NUCLEARE NON È L’ALTERNATIVA
Bologna – Mercoledì 22 settembre, ore 16.00, Piazza Puntoni – zona universitaria.
Ne parliamo con:
– Angelo Baracca, attivista anti nucleare e docente di fisica all’Università di Firenze.
– Giorgio Ferrari, fisico nucleare e esperto di centrali nucleari.
Le parole del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che accarezza l’idea di rispolverare la fissione nucleare come fonte di energia “alternativa”, hanno scatenato un dibattito su un argomento che sembrava ormai superato.
In Italia la popolazione (altro che salotti dei “radical chic”) si è espressa non una, ma due volte (nel 1987 e nel 2011) con dei referendum abrogativi per la dismissione di tutti gli impianti nucleari e di qualsiasi programma nucleare. A sostenere questa causa c’è stata non soltanto una lotta ambientalista e di massa, ma anche la costituzione di gruppi di scienziati del settore che hanno dimostrato, dati alla mano, la concreta insostenibilità del nucleare per l’impatto che ha sull’ambiente a monte e a valle della produzione energetica – in termini di ricadute sulla salute al momento dell’estrazione, consumo di suolo per la costruzione delle centrali, consumo di acqua per gli ingenti impianti di raffreddamento, di produzione di scorie nucleari impossibili da smaltire – e sulla collettività, in termini di costi. Il nucleare di quarta generazione che propongono Cingolani e l’apparato della grande industria e dell’energia (in accordo con il ministro si sono subito pronunciati Eni e Fincantieri) non ha fornito finora risultati sperimentali incoraggianti, e non potrà raggiungere un livello di sviluppo tale da essere applicabile su larga scala prima di 20 anni.
Le parole di Cingolani, tuttavia, non capitano a caso. Aziende private italiane infatti hanno attinto ad ingenti finanziamenti per la messa a punto di centri di ricerca per il nucleare di nuova generazione.
Possibili ripercussioni di una simile svolta si potrebbero verificare anche in campo militare, considerata anche la presenza dell’Italia nella NATO e nel suo programma di condivisione nucleare.
Non dimentichiamo che Cingolani, ex CEO della Leonardo, conferma l’indirizzo privatistico di questo governo che mira a sfruttare le risorse del PNRR per il rafforzamento della competitività del Paese all’interno dell’Unione Europea attraverso finanziamenti e investimenti dirottati direttamente al privato, mettendo invece all’ultimo posto gli interessi della società tutta e la salvaguardia della salute e dell’ambiente.
Alla falsa transizione ecologica del governo va contrapposta una voce forte sul campo degli interessi reali della nostra generazione e delle classi subalterne di questo paese, che necessitano di risposte lungimiranti per non pagare ulteriormente il prezzo dell’infarto ecologico cui l’ambiente e l’uomo che ne è parte sta andando incontro.
Che cosa significa parlare oggi di reattori di IV generazione per la fissione nucleare? Quali interessi politici sottende il revival dell’atomo?