TORINO THE SOUND OF WAR: DALL’EUROVISION AL MEETING EUROPEO DEI MINISTRI DELLA GUERRA

In queste ultime settimane anche le ultime remore e scetticismi circa la natura guerrafondaia dell’Unione Europea stanno crollando di fronte alla realtà: dalle ultime dichiarazioni della von der Leyer circa la propaganda di guerra, fino alla decisione dei vari paesi membri a partire dalla Germania e dall’Italia di stanziare larghe percentuali di PIL per le spese militari, l’indirizzo e la posizione dell’Unione Europea circa il conflitto alle sue porte di casa risulta più chiaro che mai.

Nonostante l’empasse energetico circa la dipendenza dal gas russo (empasse che potrebbe trovare una sintesi con il ritorno al nucleare e l’inserimento di quest’ultima nella tassonomia green) l’invio di armi dai singoli paesi membri e le decisioni della governance europea con l’intenzione di annessione dei paesi scandinavi, vanno ad escludere una possibile risoluzione pacifica in questa guerra potenzialmente mondiale: da terreno di scontro l’Unione Europea, insieme a Nato e Usa, sempre di più sta mostrando la sua essenza guerrafondaia. Essenza che, se ora dimostra tutta la sua pericolosità, è da tempo presente.

Sotto la falsa retorica di un’Europa dei popoli per la pace, il rafforzamento militare di quest’ultima a livello globale è in atto da mesi: dalla definizione di una comune Bussola Strategica (lo Strategic Compass), fino alla costruzione di un vero e proprio esercito europeo (un progetto in cantiere da tempo che ha ricevuto una ulteriore spinta dallo scoppio del conflitto), nei centri della governance si sta lavorando da tempo, crisi dopo crisi, alla creazione di un polo capace di essere competitivo (economicamente, politicamente e ora anche militarmente) a livello mondiale, e che non è più disposto ad accettare un ruolo di subordinazione all’ormai crepata egemonia statunitense.

Di fronte a queste considerazioni non possiamo che non chiederci come un evento quale l’Eurovision possa cancellare (o quantomeno nascondere) i venti di guerra soffiati da Bruxelles verso il fronte orientale, le spese intraprese, le armi inviate direttamente a Zelensky. Quasi tristemente comico rimane lo slogan di questo grande evento che avrà luogo a Torino la prossima settimana: “The sound of Beauty”. Un’operazione ideologica e mediatica volta a cancellare i segni di questa guerra(e di tante altre) dal curriculum Europeo, dipingendo il coinvolgimento in questo conflitto come una missione di pace e umanitaria. Nel rafforzamento di questa narrazione (in atto da mesi) va letta l’esclusione della Russia dalla competizione canora, così come l’eventuale donazione del premio all’esercito in caso di vittoria ucraina. Esclusione, quella della Russia, giustificata nel non dare spazio mediatico a una nazione guerrafondaia e attiva nel conflitto: motivazione che pare ancora più ipocrita data la partecipazione di Israele, che da più di 70 anni opprime e uccide il popolo palestinese. A poche settimane dalla ripresa dei bombardamenti su Gaza e a pochi giorni dalla Nakba, non possiamo che opporci alla partecipazione di Israele a questo evento, e a non sottolinearne l’ipocrisia.

Opporci a questo grande evento per noi è necessario e fondamentale: a Torino, mentre si alza il carovita, gli affitti crescono mentre i posti di lavoro diminuiscono, la giunta Pd di LoRusso ospiterà un evento che oltre a nascondere il coinvolgimento bellico dell’Ue e a “lanciare un messaggio di pace”(parole dello stesso sindaco), va a investire 10 milioni di euro in stand, sponsor e maxischermi. Ma non solo: questo grande evento nasconde il più bieco sfruttamento: abbiamo già denunciato l’arruolamento di volontari non pagati, oltre al coinvolgimento degli studenti con il pcto nell’accoglienza degli ospiti.

Una città che, oltre ai grandi eventi, sta ricercando la sua identità economica nel settore militare: dalla cittadella dell’Aereospazio, al nuovo incubatore di startup targato Nato, non sarà l’Eurovision a cancellare il coinvolgimento della città (né tantomeno delle università) nel contesto bellico.

Per questo il 10 maggio saremo in piazza a contestare questo ennesimo grande evento, il ruolo dell’Europa in questo conflitto e uniti al fianco del popolo palestinese contro le devastazioni portate avanti da Israele. EUROVISION: SI SCRIVE GRANDE EVENTO, SI LEGGE SFRUTTAMENTO

La stessa Torino inoltre il 20 maggio ospiterá la riunione dei Ministri esteri del consiglio Europeo a Venaria: di fronte ai venti bellici europei, di cui Draghi è uno dei diretti responsabili, e all’economia di guerra che ricadrà sui settori popolari non faremo passare questo ennesimo tassello nella costruzione militare UE che si terrá nella nostra città.