NESSUNO CI RAPPRESENTA, COSTRUIAMO UN’ALTERNATIVA A GUERRA, SFRUTTAMENTO E CAROVITA, PER UNA NUOVA UNIVERSITÀ IN UNA NUOVA SOCIETÀ!
DALLE UNIVERSITÀ VERSO LO SCIOPERO GENERALE E LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
3 DICEMBRE ORE 14 PIAZZA DELLA REPUBBLICA
Da ormai quasi un anno la competizione globale è sfociata in conflitto armato, e ha riportato la guerra alle porte dell’Europa; la partecipazione attiva di UE e NATO al conflitto, tramite l’attuazione di vere e proprie economie di guerra all’interno dei loro stati, ha provocato un netto peggioramento delle condizioni di vita. In Italia le politiche servili dei governi Draghi e Meloni, unite alla speculazione sul prezzo del gas e ai preesistenti salari da fame, sono pagate dalle classi popolari e dai giovani.
In questo contesto le contraddizioni del capitalismo sono sempre più evidenti in ogni ambito del sistema; così la crisi del modello universitario ha consentito le numerose mobilitazioni degli ultimi mesi, unite dalla necessità di rompere con questo modello universitario e la costruzione di una nuova università pubblica.
A partire dall’inadeguatezza infrastrutturale delle sedi universitarie e dai mancati interventi in tal senso, nonostante lo stanziamento di fondi del PNRR, fino all’aumento del costo della vita e degli studi, che già sommersi di rate insostenibili si sono trovati ad affrontare l’aumento dei costi di bollette, affitti, materiali di studio, e mense, che a Torino ha portato all’occupazione della mensa di via Principe Amedeo.
Accanto alle carenze strutturali e ad una generale negazione del diritto allo studio, la riduzione degli spazi di agibilità politica e democratica all’interno delle università dopo giorni di mobilitazioni per le aule sovraffollate, ha portato agli scontri in Sapienza dello scorso 25 Ottobre, dove le manganellate della polizia hanno colpito gli studenti antifascisti armati di uno striscione, e alla successiva occupazione della facoltà di scienze politiche.
La strumentalità di quest’università alle esigenze del capitale porta alla perdita di ogni sua funzione di emancipazione personale e collettiva, ed il sistema meritocratico, individualista, competitivo che ne deriva, uccide. Le lotte contro il modello delle eccellenze dopo l’ennesimo suicidio di un giovane studente hanno portato all’occupazione della “Base rossa studentesca” a Bologna, e del “Controchiosco occupato” alla Statale di Milano.
La completa sottomissione degli ambiti di ricerca e dei contenuti degli insegnamenti alle imprese, è il frutto di politiche trentennali dell’Unione Europea, volte al rafforzamento del suo livello di competitività all’interno dell’ “ipercompetizione globale”. Su questa linea dal 1990 i governi italiani di centro destra e centro sinistra hanno avviato la progressiva privatizzazione degli interessi dell’attività universitaria, verso lo smantellamento dell’università pubblica; la definizione dei corsi di studio in base alle esigenze produttive del territorio, la svendita delle conoscenze e del know-how dei dipartimenti di ricerca, il finanziamento pubblico sempre più ridotto e basato su criteri di presunta meritocrazia ne sono degli esempi. Come l’esistenza di atenei di serie A e serie B, e di dipartimenti e aree di serie A, quelle STEM che strizzano l’occhio al mondo dell’impresa, e aree di serie B, meno spendibili sul mercato.
Il prodotto è un’università in cui i fondi vengono stanziati per la ricerca nei settori strategici della riconversione green e digitale e dell’industria militare; con lo scoppio del conflitto infatti si è confermata per l’UE la sempre più strategica funzione della ricerca su tecnologie militari e belliche all’interno delle università, rendendo complici gli atenei d’Italia. La connessione della ricerca alle filiere della guerra è affiancata dall’operazione di revisionismo storico e dallo sdoganamento ideologico di un sentimento euro atlantista all’interno degli atenei.
La nostra generazione si trova esposta ad una crisi di prospettive a tutto tondo, dove anche la formazione offre soltanto prospettive di sfruttamento, impoverimento generalizzato e il rischio di estinzione per l’umanità stessa. Il carattere regressivo di questo momento storico ha creato le condizioni per questo governo reazionario e di destra, nemico delle classi popomari e degli studenti, che ha dimostrato tutto il suo servilismo all’UE, alla Nato e all’Agenda Draghi, cche è pronto ad alzare manganelli e reprimere le lotte, che sicuramente non rappresenta le giovani generazioni. Così come non ci rappresenta la finta opposizione di un centro-sinistra colpevole dello smantellamento dell’Università pubblica, di politiche antipopolari e fiero sostenitore di questo sistema.
NESSUNO CI RAPPRESENTA, COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA!
Per questo scendiamo in piazza il 2 Dicembre con lo Sciopero Generale, ed il 3 Dicembre con la Manifestazione Nazionale a Roma, studenti e lavoratori uniti, per rompere con questo sistema. Contro la guerra, e contro questo modello di università, costruiamo l’alternativa!