COSTRUIAMO ECO-RESISTENZE PER CAMBIARE ROTTA!

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/// Viviamo e agiamo nel cuore di quel mondo occidentale oggi in crisi sotto ogni punto di vista, la crisi climatica ci pone di fronte a un bivio: abbandonarsi ad un atteggiamento rinunciatario ed individualista, oppure accettare la sfida che si pone dinnanzi all’Umanità del XXI secolo: smascherare i responsabili, organizzarsi per resistere all’ecocidio in corso e costruire un’alternativa di sistema.

Ci troviamo dentro alla catastrofe preannunciata da decenni, non si parla più di “campanelli d’allarme”, ma di manifestazioni lampanti dell’emergenza climatica. In queste settimane le tragedie in Libia e Marocco sono state l’ estrema dimostrazione del potenziale distruttivo della crisi ambientale e del suo carattere di classe. Nonostante il tema sia sulla bocca di tutti, non è tutto verde ciò che viene dipinto di verde.

L’Unione Europea con il suo Green New Deal, i Governi, lo stesso IPCC, continuano a ripetere come un mantra la necessità di una “transizione verde” per trattenere il surriscaldamento climatico entro quei fantomatici 1,5 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, eppure, la transizione dei progetti strategici europei include gas e nucleare nella tassonomia verde, mette all’ordine del giorno la produzione di armi per la guerra e nutre l’imperialismo occidentale attraverso il neocolonialismo verde dei green bond.

L’Italia riproduce in scala lo stesso atteggiamento ipocrita: soldi alla guerra (più di 3 miliardi per le armi in Ucraina), un continuo investimento in grandi opere inquinanti come il Passante di Mezzo, il ponte sullo stretto, la Tav Torino-Lione, l’ampliamento del campo base militare di Coltano; un’opera di cementificazione che arriva a coprire 70km2 ogni anno; lo sblocco degli NGT in ambito agricolo, e quindi il rafforzamento delle multinazionali delle sementi a discapito delle piccole e medie imprese agricole e della biodiversità. Ora il ritorno al nucleare, con un bombardamento mediatico di propaganda nuclearista che frappone le credenze stantie dei poco informati, con quelle di una nuova (quarta) generazione di illuminati.

La crisi di civiltà dell’Occidente imperialista si manifesta anche nell’incapacità di tenuta ideologica, internamente e a livello internazionale, anche sulla questione ambientale. Chi ci governa, come l’intera classe dirigente senza distinzione tra sinistra e destra, è complice della catastrofe ambientale, chi si arricchisce su questo modello di produzione ecocida è complice della catastrofe ambientale, non è tempo di fare sconti a chi ci vuole morti.

Sappiamo cosa vuol dire crisi climatica: lo abbiamo visto e vissuto con l’alluvione in Emilia Romagna, con i tornadi in Lombardia, e gli incendi al sud e nelle isole. Pensiamo sia necessario rafforzare la lotta ambientalista nel nostro paese saldando combattività e progettualità, sommando le nostre forze alle numerose iniziative di denuncia a livello territoriale e non solo, in una prospettiva esplicita di superamento degli attuali rapporti sociali dominanti per un’alternativa sistemica. Per questo ci proponiamo come ECO-RESISTENZE di svolgere una funzione di mobilitazione, approfondimento e collante a livello nazionale per sviluppare nuovi orizzonti di lotta sul tema ambientale.