Adesione di Cambiare Rotta e Osa all’alleanza popolare contro l’autonomia differenziata – contro l’ultra destra e i ‘falsi amici’ del centrosinistra


La legge Calderoli è solo l’ultimo tassello di un processo di smantellamento dei diritti, cristallizzazione delle diseguaglianze territoriali e istituzionalizzazione delle dinamiche centro-periferia nel nostro Paese, un processo più che trentennale fatto di scelte politiche operate sia da governi di centrosinistra che da governi di centrodestra. L’impalcatura legislativa su cui si basa l’autonomia differenziata è stata costruita negli ultimi decenni pezzo dopo pezzo secondo le necessità di costruzione del polo imperialista europeo durante gli anni della controriforma neoliberista, a partire dalla regionalizzazione del welfare state fino alla riforma costituzionale del titolo V nel 2001 ad opera del centrosinistra, presupposto giuridico-politico dal quale derivano le attuali pretese autonomiste (anche) delle Regioni di ultradestra.

Per costruire un’opposizione concreta al ddl Calderoli e alle sue pesanti ricadute economico-sociali occorre tenere presente questo processo e le cause fondanti, così come i mandanti e gli esecutori, pena l’impossibilità di costruire (davvero) un’opposizione all’autonomia differenziata. L’esigenza di più autonomia da parte delle Regioni più ricche e produttive del nostro Paese deriva tutta dalle necessità imprenditoriali e, in particolare, dalle necessità del capitale europeo (e della borghesia nostrana più legata ad esso) di rafforzare un’Europa a due velocità, con un Nord Italia sempre più legato alla filiera produttiva del Centro europeo. L’Unione Europea, soprattutto dopo la crisi del 2008, ha d’altronde operato per cristallizzare le disuguaglianze interne, una conditio sine qua non per rafforzare il progetto di polo imperialista autonomo e competitivo sul piano internazionale.

Come studenti e studentesse, militanti di Cambiare Rotta e Osa continueremo quindi a costruire l’opposizione al ddl Calderoli e al Governo Meloni nelle scuole e nelle università e aderiamo al confronto per la costruzione di un’alleanza popolare contro l’autonomia differenziata, un’alleanza non subalterna ed indipendente rispetto al “campo largo” le cui responsabilità passate e presenti anche su questo fronte sono evidenti. La manifestazione del 1 giugno, unita al rinnovato protagonismo giovanile e studentesco nelle battaglie sociali e internazionaliste, dimostrano che esiste uno spazio politico ampio ed eterogeneo, fuori e contro le complicità del centrosinistra e la barbarie della destra al governo: uno spazio tutto da costruire, a partire anche da elementi di vertenzialità politica centrali come lo stop all’autonomia differenziata.

Vogliamo ricordare, infine, che le ricadute che l’autonomia differenziata avrà su scuole ed università saranno gravissime: il rischio è quello di spezzettare l’istruzione pubblica in 20 sistemi formativi differenti, finanziati diversamente, di qualità diversa ed in concorrenza tra loro, che non faranno altro che approfondire le distanze già esistenti tra le varie regioni in materia di diritto allo studio. Si tratterà quindi di un ulteriore tassello di un coerente processo di smantellamento di ogni conquista ottenuta nell’ambito della formazione pubblica, caratterizzato da tagli ai finanziamenti, distribuzione ineguale dei pochi fondi rimasti, aumenti delle tasse d’iscrizione, privatizzazione degli atenei, aziendalizzazione della Scuola pubblica e restrizione degli spazi di agibilità politica.
Inoltre questo processo non farà altro che aggravare la distanza tra atenei e scuole di serie A, collocati per la maggior parte al Nord o nei territori più produttivi, e quelli di serie B sempre più definanziati, distanza che costringe all’emigrazione centinaia di studenti ogni anno. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo. L’anno scolastico e accademico si riaprirà con la nostra più forte opposizione alle politiche reazionarie del Governo Meloni, al ddl Calderoli e le sue conseguenze sulle classi popolari e sulla formazione pubblica, ai “falsi amici” del centrosinistra.