Militari per un biglietto non pagato: solidarietà al compagno Federico
Una scena incredibile questa mattina alla stazione Rebibbia della metropolitana B di Roma. Un ventenne entra senza pagare il biglietto. I militari che ormai da mesi presidiano le stazioni della metropolitana lo seguono fin sulla banchina e gli chiedono i documenti. Il ragazzo risponde che , essendo un civile, i documenti è tenuto a consegnarli solo a polizia e carabinieri. Arriva il treno, il ragazzo entra nel vagone ma entrano anche i due soldati armati di tutto punto con fucile-mitragliatore. Uno si getta sul ragazzo e cerca di trascinarlo fuori con la forza. A quel punto la sicurezza della stazione blocca il treno e fa scendere tutti i passeggeri. L’arrivo dei carabinieri avvia una procedura all’apparenza normale. Il ragazzo viene portato in caserma, identificato e poi arrestato con l’accusa di resistenza e quella decisamente incredibile di “interruzione di pubblico servizio”. Giovedi mattina verrà processato per direttissima. Il tutto per un biglietto della metro non pagato. Con la metro B che già si ferma un giorno e un giorno no per guasti tecnici e che oggi è stata fermata per l’irresponsabilità di un militare animato da eccesso di zelo o dalla voglia di rompere la noia dei servizi di piantone armati nelle fermate della metro, bloccando il servizio e mettendo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri con un intervento eseguito avendo addosso il fucile-mitragliatore.
Ma quanto avvenuto oggi a Roma pone diverse domande e tutte inquietanti. Si è trattato infatti di un eccesso di zelo di un soldato che verrà punito dalle autorità militari oppure del cambiamento delle regole di ingaggio per i soldati che ormai da mesi hanno militarizzato le stazioni della metro? In attesa dell’arrivo dei terribili miliziani del Califfo, fino ad oggi i militari sembrano essersi accaniti solo contro immigrati, barboni e adesso “portoghesi” che saltano i tornelli della metro. Già è abbastanza odioso vedere i militari italiani andare ad ammazzare o a farsi ammazzare in Afghanistan, Iraq, Somalia e tra poco in Libia per accettare l’idea di militari “Rambo” sguinzagliati nelle strade, nelle stazioni delle nostre città. Se sono cambiate le regole d’ingaggio vuol dire che il governo italiano la guerra sul fronte interno l’ha già dichiarata ancora prima di mettere in campo quella sul fronte esterno come l’Iraq o come l’intervento militare che si sta preparando nuovamente contro la Libia. Ma se i militari per le strade sono parte della guerra sul fronte interno, con quali occhi dovremo guardarli alla luce di quanto accaduto questa mattina a Roma? Il clima di guerra è inevitabile che produca anche episodi come questi ma sono episodi di militarizzazione quotidiana che segnano un cambiamento di clima pericoloso e inaccettabile.
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Stamattina un nostro amico e compagno, ragazzo di venti anni, verrà processato per direttissima: il tutto per un biglietto non pagato. Ieri mattina è entrato alla stazione della metro di Rebibbia scavalcando il tornello. I militari, che ormai da mesi presidiano le stazioni della metropolitana, lo hanno inseguito fino sulla banchina e gli hanno chiesto i documenti. Lui ha giustamente risposto che i documenti è tenuto a consegnarli solo a polizia e carabinieri. Arrivato il treno, il compagno è entrato nel vagone, seguito anche dai due soldati armati di tutto punto con fucile-mitragliatore. Uno si è gettato su di lui e ha cercato di trascinarlo fuori con la forza, davanti a tutti gli altri passeggeri. A questo punto la sicurezza della stazione ha bloccato il treno e fatto scendere tutti i passeggeri. Il nostro compagno è stato portato in caserma, identificato e poi arrestato con l’accusa di resistenza e quella decisamente incredibile di interruzione di pubblico servizio!
Adesso sta per entrare in aula: siamo tutti al suo fianco per esprimergli tutto il nostro supporto e il nostro sostegno.
Non lasceremo che in nome di una paventata e falsa sicurezza vengano calpestati diritti e creati capi di accusa fantasiosi. L’abuso di potere da parte dei militari e le loro pratiche da stato d’assedio sono intollerabili. Non permetteremo che questo Stato d’emergenza e di polizia ci schiacci e opprima la nostra libertà.