Fermiamo la repressione. Difendiamo la sovranità popolare, da Roma a Barcellona.
Fermiamo la repressione.
Difendiamo la sovranità popolare, da Roma a Barcellona.
Costruiamo uno spezzone contro la repressione nel corteo di Eurostop dell’11 novembre
La piattaforma sociale Eurostop ha proclamato per l’11 novembre alle ore 14 una manifestazione nazionale contro le politiche del governo Gentiloni. Nonostante la bocciatura del governo Renzi, lo scorso 4 Dicembre, da parte dei lavoratori, dei giovani e delle periferie, l’attuale esecutivo è in perfetta continuità programmatica con la linea dettata dall’UE e respinta attraverso il referendum costituzionale.
Questo esecutivo si sta contraddistinguendo per la più efficace e decisa opera di prevenzione e repressione di ogni possibile forma di resistenza e mobilitazione popolare, un operato politico agito preventivamente proprio alla luce dell’evidente tracollo del consenso generale nei confronti di quasi tutte le istituzioni, sebbene questa sfiducia non si stia dando le forme di una opposizione di massa.
Dalle leggi antisciopero, ai divieti di manifestare fino alle nuove disposizioni in tema di immigrazione e “decoro urbano” il governo Gentiloni, attraverso il suo ministro degli Interni Minniti, si sta ponendo all’avanguardia in Europa su questo tema. Non c’è stata manifestazione o mobilitazione dopo il controvertice del 25 marzo che non sia stata caratterizzata da perquisizioni preventive, identificazioni e divieti.
Crediamo che questo clima risponda perfettamente ad una linea dettata dagli apparati dell’Unione Europea la quale non può mediare con nessuna istanza, tantomeno se popolare, di cambiamento. Lo sta dimostrando in questi giorni nella vicenda catalana come lo aveva dimostrato nel 2015 in occasione dell’ Oxi greco, ma anche in seguito ai risultati del referendum per la Brexit, dove non si è avuta nessuna autocritica dell’unione che anzi ha accusato il governo di Londra di eccessiva democraticità su un tema così delicato.
Le politiche lacrime e sangue degli ultimi anni hanno determinato una pesante crisi di egemonia della borghesia europeista continentale, che pertanto negli ultimi mesi non ha fatto altro che agire sull’immaginario collettivo tramite la retorica dell’emergenza, enfatizzata dalle principali testate nazionali e internazionali. Emergenza migranti, emergenza terrorismo, emergenza disoccupazione ed emergenza degrado non hanno fatto altro che spianare la strada, e creare le condizioni, per politiche sempre più restrittive che danno ai governi e alle imprese la pace sociale forzata necessaria per procedere alle riforme volute dal nucleo forte dell’Ue e necessarie per garantire la competitività del polo imperialista europeo nei confronti degli altri poli. Nessuna mediazione sociale è possibile, nessuna volontà popolare che non risponda agli interessi della classe dirigente trova spazio nelle morenti democrazie europee, almeno che non sia utile al progetto della costruzione di un polo imperialista competitivo e all’avanguardia. Passa infatti il referendum lombardo-veneto, avulso da ogni rivendicazione di classe e popolare e rispondente solo agli interessi di una borghesia nazionale che guarda la Germania e teme di sprofondare come la Grecia. Non passa, e anzi viene duramente represso, il referendum catalano che ha saputo coniugare la lotta per l’indipendenza nazionale alla questione sociale e di classe.
Costruire oggi un ampio movimento contro la repressione, per la difesa dell’agibilità politica delle organizzazioni popolari e del conflitto sociale è fondamentale per dare una prospettiva di crescita e rafforzamento della resistenza e dell’alternativa all’attuale sistema.
Per questi motivi l’11 novembre saremo in Piazza Vittorio dalle ore 14 e daremo vita ad uno spezzone, dentro al corteo di Eurostop, che respinga le politiche securitarie nazionali ed europee, ed esprima la più forte solidarietà al popolo catalano sotto attacco da parte dello stato spagnolo postfranchista.
No pasaran!
Fermare la repressione, difendere gli interessi popolari!
Noi Restiamo, Militant, Genova City Strike, Laboratorio Politico Casamatta Napoli, Comitato No Sociale Pesaro, Centro Politico Comunista Teramo, Askavusa Lampedusa, Collettivo Politico Porco Rosso