SCOLLEGATI FEST 2.0. ORGANIZZARE IL DIVISO!
Il video report della due giorni e alcune riflessioni dopo la conclusione di questa terza edizione di Scollegati.
Sì è conclusa la terza edizione del nostro festival universitario. Un festival che vuole ribaltare la narrazione dominante sulle fasce giovanili e costruire collettivamente un’alternativa.
Scollegati dalle nostre vite, dai nostri territori, catapultati in una città sempre più chiusa e di passaggio, in un ateneo sempre più d’élite che ci spinge alla competizione sfrenata come unica via d’uscita, come unico modo per emergere ed essere quell’uno su mille che ce la fa. Costretti ad emigrare o ad essere sfruttati in mille lavoretti tirando a sopravvivere, noi vogliamo restare per organizzarci e cambiare il presente!
La due giorni è cominciata con la tavola rotonda di mercoledì che ha dato vita ad un acceso dibattito in cui ci siamo confrontati sui cambiamenti che stanno avvenendo in università e in tutta la città, nella direzione di una messa a valore totale della città e di una espulsione continua delle fasce più basse, sia di residenti che di studenti. Un processo in cui l’università è attore protagonista, che per affermarsi come polo di serie A nello scenario internazionale ha la necessità di dare un’immagine di sé che possa essere attrattiva, diventando sempre più elitaria. Molte delle tendenze che avevamo individuato si sono viste confermate a seguito del dibattito e si è sentita la necessità di non farsi schiacciare dalla realtà ma di continuare a organizzarsi per resistere a questi processi.
Giovedì si è aperto con la presentazione de “L’organizzazione” di Cannibali e Re. Un romanzo storico, una storia di fantasia che ha tutti i tratti della realtà. Un romanzo che racconta la necessità, ma anche le difficoltà, da parte degli oppressi di smettere di riprodurre quei meccanismi di oppressione su cui si basa la nostra società, ma invece rivolgersi verso i veri oppressori e organizzarsi per lottare e ribaltare questa società.
Una presentazione che ha anticipato perfettamente l’iniziativa sulla strage di piazza Fontana. Francesco Piccioni e Davide Steccanella hanno dato un quadro preciso del periodo storico di piazza fontana e della strategia della tensione in un contesto nazionale e internazionale di forte scontro di classe che era in corso in ogni angolo del mondo. Ma non ci interessava la mera ricostruzione storica. Volevamo scardinare la narrazione del nemico che punta a criminalizzare, indistintamente, il movimento di quegli anni per riappropriarci di tutto il valore, ancora attuale, delle lotte politiche e sociali di quegli anni. Contro la retorica della “fine della storia” che si cerca di imporre, contro quel revisionismo storico che vuole equiparare comunismo e nazismo, noi sappiamo da che parte stare e crediamo che gli oppressi debbano riappropriarsi della storia della propria classe.
La giornata si è conclusa con tre concerti, uno meglio dell’altro, e tantissime persone che hanno ridato vita a una zona universitaria che si vuole sempre più normalizzata. Abbiamo dimostrato che un’altra socialità è possibile e ci siamo ripresi i nostri spazi, contro chi cerca di espellerci dal centro per mettere a profitto tutta la città e renderla un museo a cielo aperto, adatta solo per i turisti. Durante la serata abbiamo di nuovo voluto esprimere la nostra solidarietà a tutti i popoli che lottano, dalla Catalogna al Kurdistan, dal Libano al Cile.
Organizzare il diviso resta la nostra volontà. Contro un nemico che ci vuole disgregati, sempre pressati dalla competizione, dalla contingenza, incapaci di poter costruire relazioni stabili e sempre sotto il ricatto della precarietà, dello sfruttamento, dell’emigrazione come unica prospettiva di vita. Contro tutto ciò dobbiamo riconoscerci uniti nell’oppressione, individuare il nemico comune e capire la necessità dell’organizzazione come unica arma per sferrare il contrattacco e rimettere al centro i nostri interessi!
Vogliamo ringraziare tutti gli ospiti e gli artisti che sono stati con noi e tutte le persone che sono passate durante questa ricca due giorni. Continuiamo a organizzarci, dall’Università ai posti di lavoro, riprendiamoci i nostri spazi. Ci vediamo sempre in piazza!