A SCUOLA DI TAV? NOI STUDENTI E GIOVANI NON SAREMO STRUMENTI PER LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE!

Non ci stiamo! 

Verso il Festival No Tav Alta Felicità, 29/07-31/07, Venaus! 

Verso l’iniziativa allo Spazio Autogestito, domenica 31/07 ore 15.00, “CRISI AMBIENTALE E RITORNO AL NUCLEARE: FUORI DAL BINARIO MORTO DEL CAPITALISMO”

Il 22 Luglio si è tenuto a Torino un nuovo incontro dell’Osservatorio sulla TAV Torino-Lione. Da questa seduta e dal tavolo tra l’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi e l’assessore al Lavoro e Formazione Professionale Elena Chiorino sono state delineate le linee guida dell’accordo “Una Rete per la Valle di Susa”, tra Telt, Regione Piemonte e l’Agenzia Piemonte Lavoro. 

L’obbiettivo dell’accordo è quello di declinare tutte le tipologie di percorsi educativi (Scuole superiori professionali, università e ITS Academy), all’esigenza di manodopera professionale richiesta da TELT per la continuazione dei lavori dell’Alta Velocità Torino-Lione dal 2023 in avanti. Sul modello del versante francese dei lavori, dove le figure professionali nonché la manodopera locale rappresenta circa il 60% dei lavoratori, la richiesta di TELT è quella di prelevare dal mondo della formazione locale le figure professionali che potranno essere impiegate per i lavori del progetto, in modo da sopperire alle difficoltà che le aziende del tav hanno relativamente agli alti costi di spostamento dei lavoratori. Ciò di cui ha bisogno TELT per continuare i lavori dal 2023 è chiaro: servono mille lavoratori da impiegare in Val Susa e vanno presi dal territorio piemontese. Esigenze che si sposano perfettamente con il tentativo di rilancio dell’intera regione Piemonte: trasformazione di Torino e della Valle in un grande snodo logistico (oltre alla funzione militare europea della Tav che già più volte abbiamo denunciato), integrazione tra istituiti scolastici e tessuto produttivo, a discapito della formazione dei giovani. L’accordo uscito dall’Osservatorio prevede “opportunità lavorative” per le figure “più fragili”, disoccupati e precari, ma il grosso dell’affluenza di manodopera dovrà venire dalle scuole, dagli istituti tecnici professionali e dalle università, necessità che permette alla Regione un’ulteriore sperimentazione degli Academy di filiera, lanciati per gli anni 2022-2024 con compartecipazione di attori privati e pubblici. 

Questo nuovo accordo è uno schiaffo in faccia alla nostra generazione sotto ben due punti di vista: la scuola e l’ambiente. 

Dal punto di vista del mondo della formazione, le nostre classi dirigenti continuano imperterrite il loro progetto di scuola/università  al servizio delle aziende con tanto di alternanza scuola-lavoro e PCTO, fortemente contestate dalle proteste studentesche che hpanno attraversato tutto il paese nei mesi scorsi. Ma il focus di questo accordo viene proprio dalla “novità” degli ITS Academy, i percorsi di formazione tecnica paralleli ai percorsi universitari nati dalla riforma Gelmini nel 2010 e che verranno incrementati notevolmente grazie ai fondi destinati nel PNRR di cui questo accordo è un esempio. Quando parliamo di ITS, parliamo della punta di diamante della ristrutturazione in corso nel mondo della formazione: sempre più piegata alle esigenze delle aziende private, sempre più in grado di formare specifiche figure professionali richieste in quel momento dalle aziende finanziatrici. E non stupisce che uno dei primi grandi progetti di impiego degli ITS Academy provenga dalle esigenze di TELT e di un progetto funzionale all’Unione Europea e alla classe dirigente di questo paese come il TAV.

Infatti come viene citato sullo stesso sito di TELT, a proposito dell’accordo “Una Rete per la Valle di Susa”: 

I lavori della Torino-Lione sono quindi un’opportunità per costruire una rete pubblico-privata capace di sviluppare una logica di sistema, affrontare adeguatamente la complessità dei mercati del lavoro locali e soddisfare le richieste delle persone alla ricerca di prima o nuova occupazione. In questa traiettoria, per rispondere ai fabbisogni professionali dell’opera, l’assessorato al lavoro e alla formazione metterà al servizio della rete per la Valle di Susa tutti gli strumenti “di nuova generazione” che ha sviluppato e sostenuto in questi anni, dall’apprendistato duale al nuovo sistema della formazione professionale e alle innovative Academy di filiera, oltre ai percorsi di alta formazione specialistica degli istituti ITS.

La privatizzazione a favore di Telt si estende anche all’ambito universitario: da anni lottiamo contro gli accordi tra Unito, Polito e Telt che, mettendo a disposizione le menti dei ricercatori, cercano di dimostrare la sostenibilità ambientale del Tav, in una gigantesca operazione di greenwashing comune a tutte le istituzioni piemontesi. 

Dal punto di vista ambientale, con la richiesta di 1000 lavoratori formati per lavorare nei cantieri in Val di Susa la maschera green di aziende e istituzioni cade definitivamente mostrando i veri interessi delle classi politiche e dirigenti di questo paese. Infatti, il Tav, con la sua portata di inquinamento ambientale e umano, rappresenta un sistema di sviluppo ecocida e non sostenibile contro il quale c’è una necessità sempre meno rimandabile di opporsi. La transizione ecologica millantata da governi nazionali e Unione Europea si rivela come mera retorica usata per coprire gli interessi di un modello che sfrutta la crisi ecologica per maggiori profitti. 

Di fronte all’esempio del popolo val susino, come giovani, universitari e studenti continuiamo la lotta contro il Tav che diventa una lotta per un modello diverso, per un futuro fuori dalla macerie di questo sistema. E lo dimostriamo fin da subito: mentre loro ci vorrebbero a scuola di Tav, noi saremo a scuola di Resistenza! Ci vediamo a Venaus da domani per il Festival Alta Felicità: dalla marcia per smantellare il cantiere fantasma di San Didero alle numerose iniziative tra cui quella su crisi energetica e nucleare.

A sarà dura, ai nostri posti ci troverete!