PROGRAMMA ELEZIONI STUDENTESCHE SAPIENZA 2022!
È TEMPO DI CAMBIARE ROTTA!
Per una nuova università in una nuova società, contro repressione, guerra, carovita e collasso ambientale.
Le elezioni di quest’anno capitano sicuramente in una fase molto particolare. Nel mese di ottobre, infatti, nella nostra università per la prima volta dopo anni abbiamo vissuto un clima di mobilitazione, prima con gli scioperi e i cortei contro le aule sovraffollate, poi con le contestazioni ad eventi-passerella per esponenti reazionari o di espressione fascista come Pillon, Roscani e Capezzone e toccando con mano sin da subito la violenza repressiva del nuovo Governo con le manganellate, così come l’ipocrisia di una Rettrice attenta ai bisogni degli studenti solo sui social. Le accelerazioni degli ultimi mesi non sono un caso, ma si inseriscono in un contesto di crisi strutturale. Infatti, in una generale crisi di prospettive per noi giovani, dopo due anni di pandemia che hanno sconvolto le nostre vite, con la minaccia di una guerra mondiale alle porte e un aumento sconsiderato del costo della vita, stretti nella morsa dell’ansia e della precarietà esistenziale continuiamo a subire un sistema marcio che sta dimostrando tutti i suoi limiti.Il sistema formativo, scuole e università, colonna portante di un sistema sociale dovrebbe essere uno strumento di emancipazione di massa per tutti e tutte, sia in termini economici che culturali, ed è proprio la mancanza di questo che genera un aumento delle contraddizioni, l’emergere di politiche reazionarie e la repressione. Viviamo in un mondo in cui il sistema formativo è un processo di selezione e divisione: c’è chi ce la fa (ben pochi privilegiati) e chi no.
L’università è un po’ l’ultimo tassello di questa selezione: una laurea in un’università pubblica oggi senza ulteriori master, corsi privati, stage e vari altri, non ha quasi alcun peso all’entrata nel mondo del lavoro. Che poi una laurea sì, ma a che prezzo? Molti obbligati a trasferirsi, tasse molto alte, l’affitto, le bollette, studiare e lavorare, i libri, correre dietro alle sessioni e ai professori, l’ansia, la competizione, la confusione.
Ultimamente la situazione sta peggiorando: carovita e inflazione si stanno scagliando ancor di più sui già poco tutelati se non del tutto invisibilizzati studenti lavoratori, fuori sede e delle classi popolari, tutti coloro che cercano di sopravvivere tra un lavoretto precario e l’altro, e la progressiva gentrificazione romana fa salire vertiginosamente i prezzi degli affitti. La scelta politica del Governo Draghi, esecutore delle politiche dell’Unione Europea e della NATO, di investire soldi nell’economia di guerra e per l’invio di armi, significa direttamente togliere fondi al sistema formativo e al diritto allo studio. è evidente però che la vera causa sia un po’ più a fondo e indietro nel tempo: un modello economico, politico e sociale che ha portato ad una progressiva aziendalizzazione dei percorsi formativi, che ha fatto entrare il profitto e gli interessi delle aziende private nella didattica, nella ricerca, negli organi di governo universitari e nelle scuole. L’università ormai sforna solo braccia per il mercato: dei lavoratori che accetteranno qualsiasi condizione lavorativa perché condannati a incertezza, precarietà, frammentazione e flessibilizzazione del lavoro. Nel frattempo, parlandoci di auto imprenditorialità, start-up, di skills e “metodi innovativi di guadagno” tentano di convincerci che possiamo farcela, ma la realtà è che questo è un lusso dedicato a ben pochi di noi. Questa università elitaria, un’università che preferisce stringere accordi e promuovere ricerca con le aziende che fabbricano bombe come la Leonardo Spa, o con aziende inquinanti come l’ENI o l’ENEL che si arricchiscono sulla nostra pelle, invece che fare ricerca e formazione per un superamento delle politiche imperialiste e predatorie del mondo occidentale, e per delle politiche ambientali che non guardino “al minimo danno” per poter mantenere i profitti, ma al bene di tutti e del pianeta.Questa università, non ci rappresenta.
Di fronte a tutto questo sembra essere sparito il potere dei giovani di potersi costruire il proprio futuro, mobilitandosi e conquistandosi i propri diritti, fuori da questo sistema. Complice la stessa università ormai fabbrica di consenso con la chiusura degli spazi, con la repressione e con un sistema democratico più che finto. Contro chi finora ha accettato compromessi, contro chi pensa di poter “migliorare le cose” dentro questo sistema, contro i complici di chi ci vuole negare il futuro, noi costruiamo l’organizzazione giovanile comunista che dalle scuole, ai quartieri alle università, rimette in moto le lotte, il conflitto, le mobilitazioni per rompere con lo stato di cose presenti. Negli ultimi anni con il Friday’s For Future abbiamo visto un rinnovato protagonismo giovanile nelle mobilitazioni, così come l’anno scorso il movimento studentesco che solo a Roma ha portato all’occupazione di 60 scuole, in università con l’occupazione di Lettere contro la guerra e, più recentemente, con la vittoria delle studentesse che hanno ottenuto la contraccezione gratuita dopo aver contestato il PD nelle piazze. Sta a noi continuare la lotta e la mobilitazione e utilizzare le elezioni come il megafono delle lotte reali, del reale bisogno di un cambiamento radicale di questa società.
È TEMPO DI CAMBIARE ROTTA!