Guerre e fondamentalismi: conferenza al Liceo D’Azeglio di Torino con il Collettivo Mompracem
Circa sessanta persone, in larga maggioranza studenti e studentesse, hanno assistito nel pomeriggio di venerdì 8 aprile a un incontro intitolato “Guerra e fondamentalismi tra Europa e Medio Oriente”, che si è tenuto presso il liceo D’Azeglio di Torino con Marco Santopadre della redazione di Contropiano. Il dibattito, organizzato congiuntamente dal collettivo studentesco Mompracem e dalla campagna Noi Restiamo, rientrava nel ciclo di incontri di approfondimento sui temi della guerra e dell’antimilitarismo che il Collettivo Mompracem sta portando avanti in questo periodo.
Dopo una breve introduzione da parte di un rappresentante della Campagna ‘Noi Restiamo’, prendendo le mosse dai recenti attentati di Parigi e Bruxelles, Santopadre ha evidenziato l’inconsistenza delle letture fornite dalla grande maggioranza dei media mainstream, centrate sul paradigma della ‘guerra di civiltà’, che sarebbe mossa dall’Islam radicale nei confronti della società occidentale per motivi essenzialmente culturali e religiosi.
Per comprendere l’affermazione dell’ISIS e di altre sigle jihadiste, non si può invece non partire dai 25 anni di destabilizzazione e guerra condotti dalle potenze statunitensi ed europee in Nord Africa e Medio Oriente, per la tutela dei propri interessi strategici in una competizione globale sempre più spietata. Queste stesse potenze, o i loro stretti alleati regionali, hanno appoggiato o quantomeno tollerato negli anni – allo scopo di contrastare e indebolire i governi di Siria, Iran e le correnti sciite in Libano e Iraq – gruppi fondamentalisti che sono poi cresciuti fino a sfuggire di mano, sviluppando un’ideologia sempre più radicale e brutale, anche questa imperniata sul paradigma della guerra di civiltà, che esercita grande attrazione su popolazioni vessate da anni di guerra e distruzione.
Santopadre ha sottolineato come non si possa sperare di risolvere questa situazione proseguendo sulla stessa strada che l’ha creata, cioè con nuovi bombardamenti destinati a provocare altri morti tra la popolazione civile e nuova distruzione dei territori; occorrerebbe invece rifiutare le retoriche di unità nazionale ed evitare di farsi intruppare nella logica dello scontro di civiltà, e invece mettere in discussione prima di tutto l’operato dei propri governi, a partire dagli strettissimi legami dell’Unione Europea con i paesi che hanno appoggiato e appoggiano l’ISIS, come Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Kuwait.
La seconda parte dell’iniziativa ha visto le domande da parte degli studenti, che hanno consentito di approfondire temi come il successo in Europa di movimenti razzisti e xenofobi, il ruolo dei media nel veicolare le narrazioni fuorvianti di cui si è parlato, i possibili prossimi sviluppi in Siria, l’invasione saudita dello Yemen, e i rapporti dell’Italia con l’Egitto di Al Sisi in relazione all’uccisione di Giulio Regeni.