Dove sta andando l’UniBO?

VERSIONE AGGIORNATA SETTEMBRE 2019

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Di fronte alle trasformazioni che sta subendo l’Università sul piano nazionale e visti gli eventi accaduti negli ultimi anni all’Università di Bologna – dalle ordinanze “antidegrado” ai tornelli in Via Zamboni 36, passando per la stretta securitaria con la negazione delle aule agli studenti, i vigilantes e l’investimento spropositato nella cancellazione dei murales fino alla laurea ad honorem a Mario Draghi – riteniamo doveroso porci alcune domande e individuare alcune linee di ragionamento.

A partire dagli anni Novanta si assiste al progressivo snaturamento del ruolo dell’università pubblica in Italia, dando il via al processo di aziendalizzazione dell’istruzione accademica attraverso varie riforme (di cui il Bologna Process è l’architrave) che hanno sancito l’autonomia degli atenei dal controllo diretto del Miur e il principio di concorrenza tra di essi, la creazione di corsi di laurea a numero chiuso, la nascita della famosa
struttura 3+2, il riordino dell’attività di ricerca (tra le altre cose spariscono i contratti a tempo indeterminato per i ricercatori), a cui si sommano i drastici tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO).

Alla luce di queste cambiamenti, che tipo di università sta diventando l’Unibo?

Su cosa sta puntando nella sua offerta formativa?

Quali sono le conseguenze che si producono in questo scenario?