Scollegati Fest / 10-11-12 Ottobre / Bologna

▲SCOLLEGATI FEST ▼ ORGANIZZARE IL DIVISO ▲

◆ 10-11-12 ottobre Bologna, zona Universitaria.
◆ Incontri / Proiezioni / Dibattiti / Concerti.

► Scollegati è ciò che siamo dal nostro territorio, assorbiti – volenti o nolenti – dall’Unibo in quanto polo d’eccellenza in cui magari abbiamo trovato quei corsi cancellati nelle università vicine a dove siamo cresciuti, l’Unibo dei professori con nomi prestigiosi, titoli di studio rinomati e percorsi di laurea con collaborazioni internazionali.

Sono tanti e diversi i motivi che ci accomunano nella scelta di venire a studiare a Bologna, una delle poche città universitarie in cui il tasso d’immatricolazioni aumenta invece che diminuire, in cui esiste ancora la possibilità di usufruire di un welfare studentesco sufficiente per vivere, che anche mentre inizia a perdere pezzi e a non garantire servizi di base come l’alloggio, continua a farsi vanto di risorse e fondi per garantire quel di più che le altre università non possono permettersi.

Le ragioni di questo prosperare si devono in gran parte a una ridistribuzione scorretta dei finanziamenti a livello nazionale, figlia di una logica concorrenziale, che penalizza le altre università “rivali” del paese, specialmente quelle del meridione.

Si può affermare che il fiorire dell’Alma Mater Studiorum avviene a discapito di altre città universitarie, ma non è solo questo dettaglio che ci permette d’inquadrare correttamente il profilo dell’Univeristà di Bologna.

Nel nostro polo convivono due modelli di università differenti: uno di massa, economicamente accessibile che accetta il ruolo di “diplomificio”, ed uno d’élite, più oneroso e con un futuro post laurea quasi certo. Questa condizione però non è immutabile, e anzi negli ultimi anni sta iniziando a scricchiolare e cedere sotto il peso di una competizione internazionale, sempre più manifesta e inasprita dalla crisi economica, che fa di temi come la formazione e la ricerca campi di battaglia di carattere strategico che impongono modifiche e stravolgimenti dell’assetto attuale, senza tollerare ostacoli o rallentamenti.

Dentro questo processo non trovano spazio, in nessuna forma, la critica e il dissenso al progetto di ateneo d’eccellenza con vocazione internazionale, che sappia essere attrattivo per cervelli che diano corpo alla nuova classe dirigente di domani. L’elitarizzazione dell’università modifica il corpo sociale – ovvero gli studenti – e la città intera, rendendo sempre meno fruibili i corsi di studio non solo tramite l’aumento delle tasse o i tetti d’iscrizione alle facoltà, ma anche per un costo della vita sempre meno sostenibile dalle famiglie meno abbienti che “sognano il figlio dottore”.

Parallelamente bisogna anche fare i conti con il mercato del (non) lavoro composto principalmente da disoccupazione e lavoretti a tempo determinato. Questa condizione – strutturale nei paesi del sud Europa – oltre a essere il vero deterrente concreto nel conseguire una laurea, spinge chi termina gli studi a ulteriore migrazione verso aree più produttive del nostro continente. Un vero e proprio drenaggio forzato di mano d’opera qualificata spacciata come “fuga di cervelli” quando sarebbe più corretto parlare di “furto di cervelli”!

Questo sistema fatto di precarietà generalizzata conduce a una rivalità che sprona alla ricerca della soluzione individuale, provocando effetti diretti anche sul senso comune. Accade cosi che parole come “merito” e “competizione” divengono vere e proprie religioni, con l’effetto materiale di dividere e atomizzare il corpo studentesco, esattamente come avviene tra i lavoratori nella società.

Qui si inserisce la nostra sfida e quella di questo festival. Marcare le ragioni per cui è oggi impellente organizzare il diviso, provare a venire a capo delle mille sfaccettature dei problemi quotidiani che per noi ragazze e ragazzi diventano esistenziali, individuando alcuni “battleground” che sappiano cogliere l’interconnessione fra tutti i fenomeni che stiamo vivendo. Partire dalla nostra situazione comune di singoli fuori sede trapiantati in questa città, che si sommano per ragionare e agire consapevoli della nostra condizione di giovani cresciuti dentro la crisi in un paese del sud Europa

 

Noi Restiamo Bologna