In lotta, anche per Alberto, anche per Suruwa
Alberto Piscopo Pollino, 19 anni. Morto trasportando una pizza per l’azienda italiana Socialfood (o “per una società specializzata in questo tipo di servizi” come scrive repubblica).
Alberto muore a Bari a pochi chilometri di distanza, a soli 18 anni è morto Suruwa Jaithe, rifugiato spostatosi nel ghetto di San Ferdinando dopo essere stato buttato fuori da un centro di accoglienza.
Non è stato un immigrato a uccidere Alberto, ma la logica dello sfruttamento totale della gig-economy portato avanti, in questo caso, da un’azienda italianissima.
È il sistema dello sfruttamento, lo stesso sistema che ha ucciso Suruwa, lo stesso sistema che ogni anno uccide centinaia di lavoratori, italiani e stranieri, nell’indifferenza dei media e della politica.
Dobbiamo rompere con la grande menzogna migranti-insicurezza, dobbiamo rompere con il silenzio politico sulle morti sul lavoro. Per questo dobbiamo riprendere parola e dire che bisogna lottare per i propri diritti, e che i diritti devono essere di tutti, o non sono di nessuno.
Saldiamo le vertenze, uniamo le lotte.
Riconosciamoci come sfruttati e non cadiamo nel logica divisia che tanto giova ai padroni di qualsiasi paese. Facciamolo a Roma! Get up, Stand up! Stand up for your rights! Roma, 15 Dicembre!