NO grandi opere inutili! 23 marzo tutti a Roma!

Anche Noi Restiamo scenderà in piazza il 23 marzo contro le grandi opere che attraversano l’Italia da nord a sud.

Opere create in nome di un ammodernamento e di una fantomatica crescita del paese. Al nord vengono costruite per rendere le città più attrattive e competitive rispetto ai paesi al centro dell’Unione Europea. UE che “ce lo chiede” allo scopo di rimuovere le barriere commerciali tra gli stati membri, mentre si adopera invece per alzare i muri contro i movimenti delle persone. Al centro e al sud – zone che necessitano di tutt’altri investimenti – vengono invece costruite per diventare bacini da cui attingere risorse (così come succede per lavoratori e studenti) e come luoghi di sperimentazione: pensiamo alla Sardegna, dove parte del suolo viene investito come base militare per la NATO. Il tutto senza che nessuno si prenda la responsabilità dell’impatto che queste grandi opere hanno sull’ambiente e i cambiamenti climatici.

Sappiamo poi bene che queste opere sono in linea con un sistema economico neoliberista, dove si è ridotto sempre di più il ruolo dello stato, liberalizzando e privatizzando i settori pubblici. Ed è per questo che è cruciale oggi parlare di nazionalizzazione dei settori strategici, dai trasporti alle telecomunicazioni. Un sistema che mira unicamente al profitto, slegato da una reale prospettiva di sviluppo rispetto ai territori e agli individui che li abitano. Ciò che serve ai territori è una ridistribuzione delle ricchezze, investendo in azioni per salvaguardare l’ambiente e il clima, in welfare, in lavoro e in case popolari.

Tenendo presente chi sono i nostri nemici, dalla Lega a Forza Italia al PD e alla “sinistra demmerda” che gli orbita intorno, passando per i sindacati confederali come la Cgil di Landini e la Cisl, giusto per citarne alcuni. Infine, è importante oggi ancor di più respingere queste opere in un clima di repressione, spianato dal PD prima ed accolto ora da Salvini, che con il decreto sicurezza mira ad accelerare il processo di criminalizzazione delle lotte a cui assistiamo da anni.

Ci vediamo il 23 marzo, contro le grandi opere, contro la criminalizzazione dei movimenti territoriali e per la costruzione di una piattaforma per la salvaguardia dell’ambiente e del clima.