BLOCCHIAMO LA VALUTAZIONE DELL’ESAME DI MATURITA’ E I TEST DI INGRESSO ALL’UNIVERSITA’

Con l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus in Italia sono venute al pettine le contraddizioni che questo sistema si porta dietro da anni, segnando nettamente un prima ed un dopo, e preannunciando un impatto impressionante su tutto il sistema economico-sociale che si sta mostrando incapace di gestire la situazione.

Anche nell’ambito della formazione la crisi attuale ci dimostra che lo schema di valori portato avanti dalle classi dirigenti è fallimentare e dannoso. In particolare, per quel che riguarda il sistema di valutazione scolastico, le scelte politiche del MIUR e del governo hanno promosso come unico obiettivo quello di continuare a valutare tutti gli studenti dividendoli fra “meritevoli” e “non meritevoli”, in una logica di eterna competizione. La ministra dell’Istruzione Azzolina ha così deciso di assicurare l’ammissione all’esame di Stato a tutti gli studenti, ma al tempo stesso di strutturare l’esame di maturità in una sola grande prova orale che sarà come di consueto valutata in centesimi.

Dai primi giorni di questa emergenza abbiamo più volte espresso la nostra totale contrarietà riguardo alla valutazione a distanza perché significa riprodurre uno schema di normalità, intendendo l’emergenza solo come una parentesi, che non tiene conto né del portato psicologico di questa crisi, né della mancanza di strumenti tecnologici per moltissimi studenti. Perseverare con la valutazione a distanza si traduce nella lesione del diritto allo studio e nell’aumento delle disuguaglianze sociali.

Per questo pretendiamo l’annullamento dell’esame di maturità e la promozione di tutti gli studenti, senza lasciare ai singoli docenti l’onere di dover decidere come valutare.

Ma questo non è sufficiente. Per poter garantire il diritto di studio a tutti si devono anche abolire i test d’ingresso e gli sbarramenti a tutti i corsi di laurea triennale, magistrale, nonché per i corsi di specializzazione medica. In questo sistema, infatti, il numero chiuso significa solo escludere dalle università migliaia di giovani che non hanno le condizioni materiali per accedervi, alimentando una logica classista ed elitista del sapere. In questa situazione di emergenza, questa selezione diventa ancora più profonda. In sostanza, chi viene da scuole di periferia, chi non ha avuto i mezzi per seguire le lezioni a distanza, chi non ha genitori in grado di aiutare i figli adeguatamente, chi non ha la disponibilità economica per prepararsi privatamente ai test di ingresso verrà quasi automaticamente escluso da alcune università.

Inoltre, il numero chiuso non rappresenta solo una negazione del diritto all’accesso all’istruzione, ma anche una scelta politica fallimentare. La ricerca e la formazione fino ad ora sono sempre state sottomesse agli interessi di competizione delle aziende private senza tener conto delle necessità della collettività. In questo senso, l’applicazione del numero chiuso non è solo uno strumento di selezione classista ma è anche un ostacolo alla soddisfazione dei veri bisogni della popolazione. La pandemia ci ha mostrato come la formazione delle nostre università sia carente non solo nel settore medico ma anche in tanti altri. Scelte legate alla necessità di contenere i costi stanno portando a carenze sempre più ampie di personale medico sanitario, ricercatori, ingegneri, professori, ecc., professionisti che, di sicuro, non smetteranno di servirci dopo la fine della quarantena. Quindi è la realtà stessa a dimostrarci che questo modello di formazione fondato sugli interessi di mercato e sulla selezione, addirittura capace di tentare di brevettare e quindi “privatizzare” il vaccino e le cure contro il Covid-19, non può garantire sicurezza a tutta la popolazione.

È venuto il momento di mettere completamente in discussione questo modello.

Vogliamo l’abolizione di test di ingresso e delle valutazioni di accesso ai corsi universitari. Pretendiamo un investimento pubblico massiccio nell’attivazione di corsi integrativi che garantiscano il recupero della didattica persa nei mesi di distanziamento sociale e permettano a tutti gli studenti di avere la stessa possibilità di accesso a quelle conoscenze utili all’inizio e al proseguimento della carriera universitaria.

Partendo dalla promozione di tutti i maturandi e dall’eliminazione di tutti i test di ingresso universitari, ci battiamo per porre fine una scuola escludente, classista, basata sulla competizione e sull’individualismo. Oggi più che mai occorre avere la volontà politica di ripensare il mondo della formazione da zero per avanzare con una proposta che sia di rottura e di reale alternativa.

Occorre rimettere al centro la funzione sociale della ricerca per il benessere della collettività.

È arrivato il momento di invertire la rotta.

Opposizione Studentesca d’Alternativa
Rete nazionale NOI RESTIAMO