MOBILITAZIONI IN DIVERSE CITTÀ PER LA PALESTINA E GLI EROI DI GILBOA

Oggi in diverse città siamo scesi in piazza in solidarietà ai prigionieri politici palestinesi evasi da Gilboa e torturati dalle autorità israeliane, promuovendo inoltre azioni per la giornata internazionale d’azione contro Puma promossa da BDS Italia.

La complicità di Puma con un paese assassino che da decenni opprime e pratica un genocidio nei confronti del popolo palestinese è infatti solo uno dei tanti esempi del filo nero che dalle collaborazioni tra le aziende a quelle istituzionali – università comprese – lega il mondo occidentale ai crimini di Israele.

Per l’Occidente Israele è da sempre un alleato strategico per la competizione imperialista in tutta l’area medio-orientale. A maggior ragione oggi che la crisi sistemica del modello neoliberista occidentale, palesata dalla pandemia, ha impattato profondamente sui rapporti di forza internazionali accelerando la fine del primato statunitense e il definitivo configurarsi di un mondo multipolare in competizione con alleanze a geometria variabile. A questo si aggiunge la rovinosa sconfitta in Afghanistan che per l’imperialismo occidentale segna un ulteriore arretramento generale e di influenza sull’area eurasiatica e medio-orientale, in uno scenario dove il rafforzamento di Israele diventa quindi vitale per la tenuta di Stati Uniti e Unione Europea.

Non a caso, anche in Italia abbiamo visto come il PD, il partito che più di tutti è diretta espressione e garante dei nuclei di potere e del progetto imperialista europeo – e di cui alcuni parlamentari proprio in queste ore hanno firmato l’appello all’ONU contro le “discriminazioni” verso Israele – abbia messo in piedi lo scorso maggio una campagna di infame legittimazione dei bombardamenti di Israele su Gaza e dell’escalation di violenze sui Palestinesi di Gerusalemme. Una campagna che ha trovato risonanza nei media e nella solita schiera di intellettuali di “sinistra”, mistificando l’esplicito sostegno ai crimini di Israele con la retorica ipocrita sui diritti umani, che metteva sullo stesso piano, se non ribaltava i ruoli, vittime e carnefici – la stessa che vediamo adesso nell’invocazione ai corridoi umanitari per i profughi afghani, per salvare i collaborazionisti e appropriarsi della manodopera afghana più qualificata, mentre i profughi di serie B vengono dimenticati e respinti, come d’altronde è sistematicamente accaduto durante questi vent’anni di guerra.

Sappiamo chi sono anche a casa nostra i complici di Israele. Noi siamo e saremo sempre al fianco del popolo palestinese che resiste, consapevoli che lottare concretamente contro l’apartheid israeliana significa organizzarsi e lottare contro un intero modello – quello neoliberista occidentale dell’UE e del governo Draghi – di cui Israele rappresenta oggi la massima barbarie.

L’alternativa esiste e ce la mostrano ogni giorno Cuba e le diverse esperienze di transizione al socialismo nell’America Latina, l’imperialismo è in crisi e sta noi anche qui rompere ogni compatibilità e lanciare la controffensiva per la costruzione del mondo nuovo.