CONTRO LA CRISI SANITARIA, SOCIALE E AMBIENTALE: SERVE UNA EXIT STRATEGY!

CONTRO LA CRISI SANITARIA, SOCIALE E AMBIENTALE: SERVE UNA EXIT STRATEGY!

Venerdì 29 ottobre – Mobilitazione studentesca
Sabato 30 ottobre – Manifestazione nazionale a Roma

Il 30 e 31 ottobre a Roma si terrà il vertice conclusivo G20 nel clima post-sconfitta dell’occidente in Afghanistan. La prima vittima di questa debacle è la credibilità internazionale degli USA che, dopo vent’anni di guerra “per la democrazia”, lascia il Paese nelle mani di formazioni reazionarie e oscurantiste che avevano loro stessi creato e finanziato in funzione anti URSS. 

Il terremoto Afghano ha reso evidente la difficoltà degli Stati Uniti ad esercitare un ruolo determinante in un mondo ormai dominato dalla competizione multipolare. “Stiamo entrando in un’era caratterizzata dall’ipercompetitività” dichiara apertamente la “nostra” Ursula Von Der Leyen, parole a cui seguono fatti come ci dimostra l’accelerazione sul progetto di costituzione di un esercito europeo autonomo e indipendente. 

Ma l’adeguamento alla nuova fase di tensione internazionale esige un irrigidimento non solo militare, ne sono una prova la riorganizzazione del mercato del lavoro, che significa peggioramento delle condizioni contrattuali e l’affermazione indiscutibile del primato del profitto a scapito della salute, lo abbiamo visto nel nostro Paese con la morte di Luana D’Orazio (27 anni) e il più recente caso di Yaya Yafa (22 anni), ma purtroppo l’elenco è lungo. Senza dimenticare la repressione e gli omicidi padronali contro chi alza la testa e lotta.

Anche le nostre scuole e le nostre università non sono estranee a questo processo. Lo stravolgimento della funzione sociale degli istituti di formazione e ricerca, piegati alle esigenze del mercato, rappresentano un asset strategico per poter competere a livello globale. Tuttavia, non sarebbe possibile immaginare questa vera e propria ristrutturazione senza una solida base di consenso ideologico, non solo ai paradigmi utili al modello di sviluppo produttivo ma anche a quelli più “profondi” di superiorità della propria civilità rispetto alle altre, da qui la ricerca costante di rafforzare – soprattutto tra i più giovani – una “cultura europea” dal retrogusto sciovinista.

Per noi giovani generazioni queste dinamiche si configurano quotidianamente come un gabbia fatta di precarietà esistenziale, disuguaglianze crescenti, introiezione del fallimento personale e accettazione di logiche competitive a scapito di chi vive la nostra medesima situazione. In questo presente non c’è futuro, coscienti o meno, si diffonde tra i giovani una crisi di prospettive che si somma al baratro ecologico verso cui il capitalismo sta facendo sprofondare il pianeta Terra.

A quasi due anni di distanza dall’inizio della pandemia, i fatti ci dimostrano che gli attori del capitalismo non hanno voluto risolvere la crisi sanitaria a favore del benessere collettivo, palesando il proprio e irriformabile carattere regressivo. Di fronte al riemergere della tendenza alla guerra – con vecchie o nuove forme – verso cui gli apprendisti stregoni dell’imperialismo rischiano di far precipitare l’intera Umanità, spetta a noi comunisti contrapporre un’alternativa di pace e solidarietà tra i popoli

In questa cornice la mobilitazione del G20 è l’occasione per esprimere il nostro rifiuto al modello di sviluppo occidentale dimostratosi ormai chiaramente fallimentare e dannoso contro il quale l’unica possibilità di miglioramento è la fuoriuscita, una exit strategy sistemica, che nel nostro Paese significa lavorare alla costruzione di un’opposizione ampia ma conflittuale dalle scuole, dai posti di lavoro e dai nostri quartieri all’Unione Europea e al Governo Draghi, fino all’ultima articolazione al loro servizio.

Per il riscatto di una generazione senza prospettive il 29 ottobre mobilitazione studentesca nazionale e il 30 ottobre scenderemo nuovamente in strada a Roma per il capitolo conclusivo di questa stagione del G20, dopo gli appuntamenti intermedi degli ultimi mesi. CONTRO LA CRISI SANITARIA, SOCIALE E AMBIENTALE: SERVE UNA EXIT STRATEGY!