DON’T LOOK UP TO UNIONE EUROPEA!

Nell’ultimo periodo, come era previsto e prevedibile, l’Italia sta toccando nuovi record di persone contagiate da Coronavirus, sfondando la soglia dei centomila al giorno e anche i morti tornano stabile sopra la soglia dei 100/150 ogni 24 ore.

Questa situazione molto probabilmente però non riflette la reale condizione in cui versa il paese, la verità è che il tracciamento in questo paese è completamente saltato: le cifre esponenziali di contagiati raggiunte sono solo la conseguenza di una totale assenza di investimenti in sistemi di tracciamento a partire ancora dal 2020. Persino a Bergamo, dove i camion portavano via le bare di morti, ad oggi non è stato fatto nulla per la maggiore assunzione del personale sanitario.

Enorme è la confusione sotto il cielo, e la situazione si fa sempre peggiore: ad oggi, infatti, le stime dei contagiati sono probabilmente a ribasso, considerando che la profilazione dei positivi, l’organizzazione e il monitoraggio delle quarantene è lasciata tutta al “fai da te”. A questo si somma la chiusura delle scuole per le vacanze, poiché molto del tracciamento precedente era “appaltato” proprio all’istituzione scolastica: a questo si aggiunge, inoltre, delle linee guida che per la scuola risalgono ancora a settembre/ottobre. Non è un caso, perciò, che i contagi marcino fra i giovanissimi.

Dopo due anni di pandemia e con l’aggravarsi dei contagi ormai a numeri incontrollabili, sembra che questa classe di cialtroni al governo non abbia imparato nulla. Anzi, ormai la maschera è stata completamente tolta e il governo parla dritto per dritto: non possiamo permetterci di ostacolare ancora il profitto dei privati, che anzi deve essere tutelato con ogni mezzo necessario. Da qui il sostanziale annullamento della quarantena, per cui viene lasciata alla cura del singolo individuo e non è più considerata malattia, quindi al lavoro s’ha da andare lo stesso. Non contenti, però, il governo tollera ben altri soprusi sempre per non toccare i profitti: l’azienda San Donato che fornisce tamponi rapidi al SSN ha quasi raddoppiato i prezzi visto l’aumento della domanda.

Dopo le bare di morti di Bergamo, dopo centinaia di migliaia di famiglie che hanno visto perdere dei cari, nulla è stato fatto per garantire una sicurezza alla popolazione. Il pensiero fisso della classe dirigente in Italia era quello di adeguare il paese e di ordinare modi e tempi dei finanziamenti europei. Siamo, infatti, nell’era dell’ipercompetitività: tutta l’Unione Europea sta accelerando il processo di integrazione in cui l’Italia ha un ruolo ben preciso. Il modello di gestione della pandemia a cui stiamo assistendo, quindi, è direttamente frutto della governance europea, che lo sta infatti applicando anche in altri paesi. Nonostante il crescente dilagare della variante Omicron, l’Unione Europea non si può permettere di avere altri tracolli economici, dopo che la crescita fa molta fatica a ripartire: anzi, la crisi dei rifornimenti energetici è sempre più forte e con scarse prospettive di via d’uscita. Intanto, in Cina, non solo la tutela della salute procede spedita non guardando all’economia ma assicurandosi che il virus non circoli (dopo i primi 209 casi 13 milioni di persone sono state messe in lockdown, con la dovuta assistenza da parte dei volontari, e a loro è stato fatto un tampone al tappeto), ma in più si hanno anche buoni risultati, con una crescita economica che anche per quest’anno si presenterà positiva e che la vedrà diventare la prima economia del mondo per il 2030. 

La situazione che ci troviamo a vivere è sintomo proprio di quel modello di sviluppo, di quell’impianto sociale che l’Unione Europea sta portando avanti. Questo periodo tragico e complesso che stiamo vivendo ci dà il segno di che cosa voglia dire andare avanti ad ogni costo, come stanno proponendo: ci ritroviamo su un treno a massima velocità che le classi dirigenti stanno facendo sbattere addosso al muro, passando sopra alle centinaia di morti che ancora ci sono ogni giorno. Le ricette che mettono in campo, però, in due anni non hanno portato risultati nemmeno per loro, ritrovandosi di nuovo al punto di partenza. Ci troviamo di fronte alla visione estremamente ristretta, che non va oltre i profitti che si riescono a produrre nell’immediato per poi pestarsi i piedi il mese successivo. Una classe dirigente, di stampo europeo, che sta navigando a vista, cercando di rimanere in equilibrio fra una pandemia che scappa di mano al proprio interno e i confini che si fanno sempre più caldi al proprio esterno.  Per questo è giunto il momento di indicare il vero pericolo che incombe sopra le nostre teste: quell’Unione Europea in grado di programmare solo la costruzione del proprio esercito e brancolare nel buio mentre un virus la mette per l’ennesima volta in ginocchio, quell’Unione Europea che costruisce i suoi grandi campioni industriali a prezzo di un impoverimento generalizzato della popolazione. Dal dibattito pubblico e dalla ristrettezza nazionale con cui molto spesso vengono presi di petto le problematiche che affrontiamo, succederà che prima o poi il meteorite arriverà lo stesso: e ad ogni ondata avremmo detto “questa è la volta buona che ne usciamo, torniamo alla normalità”.

I pallidi tentativi di costruire una narrazione in questo paese per cui l’Unione Europea sarebbe riformabile dall’interno insieme al suo progetto imperialista hanno prodotto solo ridicoli personaggi da balocco: con più di centomila casi al giorno, non si sente parlare del Ministro Speranza, che da due anni dovrebbe occuparsi della Sanità in questo paese. Come se non bastasse, gli stessi che parlano contro questo governo denunciandone gli scarsi investimenti nella sanità si sono dimenticati che un loro ministro è proprio in quel governo con le responsabilità rispetto alla sanità. Figure marginali, timide ed inesistenti come Speranza sono esattamente quelle che più fanno comodo a questa governance europea: mentre le sorti del paese vengono decise, queste lasciano fare. E’ tempo quindi di alzare la testa e guardare un po’ più in alto di questi scialbi figurini della sinistra, comprendendo che senza la cornice dell’Unione Europea e senza la prospettiva di rottura di questo processo imperialista non sarà possibile fare niente di alternativo perché non verrà lasciato nessuno spazio di manovra. Dai tamponi gratuiti fino agli investimenti strutturali nella sanità, dal finanziamento del pubblico fino all’assunzione massiccia di personale medico, dal tracciamento fino alla liberalizzazione dei brevetti: porsi sul livello dello scontro con l’imperialismo europeo è l’unico modo per sconfiggere il meteorite, che pian piano sta portando la nostra civiltà sull’orlo del baratro.