STOP MATURITÀ: LA VOSTRA NORMALITÀ È LA NOSTRA MORTE. 4 febbraio in piazza al fianco degli studenti in lotta!

Non sono passati nemmeno 10 giorni dalla morte di Lorenzo Parelli durante un progetto di scuola-lavoro, che un’altra notizia ha acceso la rabbia degli studenti delle superiori. Davanti, infatti, alle richieste di giustizia per Lorenzo l’unica risposta che il governo e il ministro Bianchi hanno dato è stato minimizzare, manganellare e tirare dritto come se nulla fosse successo.

Del resto, fregarsene degli studenti è ciò che ha caratterizzato pienamente la gestione della pandemia sia durante le prime fasi in cui gli studenti sono stati chiusi in casa senza preoccuparsi dei loro disagi psicologici e materiali, sia durante le recenti fasi in cui sono stati mandati a scuola in aule non sicure, senza tracciamento e senza investimenti adeguati a limitare il contagio sui mezzi pubblici.

La risposta degli studenti non è tardata ad arrivare, in particolare quest’anno da settembre un forte ciclo di scioperi e occupazioni si è diffuso nelle principali città del Paese. Anche in questo caso, l’unica risposta ottenuta sono stati repressione e provvedimenti disciplinari pesantissimi, con dei veri e propri tribunali politici che hanno portato alla sospensione di tantissimi studenti sotto la spinta, in particolare a Roma, della circolare in cui il direttore generale dell’Usr Lazio, Rocco Pinneri, ha invitato i dirigenti scolastici a intraprendere provvedimenti disciplinari verso gli autori delle occupazioni – su questo punto segnaliamo l’importante appello per la cassa di resistenza che sosteniamo e condividiamo.

Gli stessi studenti, prima messi a studiare in posti non sicuri, poi inascoltati, sospesi o sanzionati, sono stati infine manganellati questo weekend perché colpevoli di essere scesi in piazza per chiedere giustizia dopo la morte di Lorenzo. Roma, Torino, Milano e Napoli, la risposta è stata la stessa: botte e teste rotte, con la copertura della Lamorgese, ministra dell’Interno, che per l’occasione ha rispolverare la sempre verde giustificazione degli infiltrati tra le file degli studenti.
In questo contesto opprimente, lunedi sera il Ministro Bianchi ha diffuso mezzo stampa la decisione di ripristinare la maturità come se nulla fosse. La maturità 2022, quindi, tornerà con due prove scritte e un orale. Ma non solo: verrà valutato il Curriculum dello Studente, i PCTO (ex Alternanza Scuola-Lavoro) e verrà eliminata la tesina, unico momento in cui lo studente poteva elaborare un proprio punto di vista in modo creativo e critico.

Bianchi ha giustificato la decisione dichiarando: “Non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma già quest’anno, grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza decise dal governo, abbiamo garantito una maggiore continuità della scuola in presenza. Abbiamo tenuto conto degli ultimi due anni vissuti dai nostri ragazzi, ma dobbiamo rimetterci in cammino verso la normalità”.

Non si capisce bene in quale mondo viva Bianchi, visto che non c’è stata assolutamente continuità della scuola e visto che si parla già di quinta ondata: “Con un aumento del 26% della depressione e con un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto: è quella che affligge la mente. Non dei pazienti Covid, ma della popolazione generale, a partire dalle categorie più fragili, come le donne, gli anziani e i giovani, colpite dai principali fattori di rischio che sono l’impoverimento, la disoccupazione e l’isolamento”. A pronunciare queste parole è stato Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf), che conferma un dato registrato da tutti i medici e statistici sull’aumento vertiginoso dei disturbi psicologi degli studenti: almeno un adolescente su quattro presenta i sintomi clinici della depressione e uno su cinque dà segni di un disturbo d’ansia. Per non contare poi gli atti di autolesionismo e di tentativi di suicidi che sono più che raddoppiati tra i giovani.

In tutto ciò, continuano comunque a registrarsi in media 100.000 casi e 300 morti al giorno per Covid-19. Dati che significano ansia, quarantena, isolamento, lutti, ecc.

Agli studenti, quindi, dopo 3 anni di mancanza di lezioni o comunque con un continuo di interruzioni a singhiozzo, con un disagio addosso mai registrato prima, viene chiesto di sostenere un esame e di impegnarsi come se nulla fosse con il carico ulteriore di sapere che il voto della maturità è importante per entrare in alcune facoltà e per alcuni concorsi pubblici, nonché con il rischio concreto di essere bocciati e di dover quindi ripetere l’anno per colpe non proprie.

Un’ulteriore ipoteca sul futuro di una generazione che continua a subire le conseguenze delle scelte criminali e avventuriste di una classe dirigente accecata dall’interesse immediato del profitto qui e ora per riuscire a reggere una competizione internazionale sempre più feroce.

Gli studenti però non hanno intenzione di rimanere a guardare e hanno chiamato una mobilitazione nazionale per il 4 febbraio, seguita da un’assemblea nazionale studentesca il 5-6 febbraio a Roma. Noi scenderemo in piazza con loro e continueremo ad organizzarci con loro e con tutti i settori in lotta: come abbiamo urlato assieme sabato per le strade di Livorno, siamo figli della stessa rabbia.