CONTRO TAV, GUERRA E NUCLEARE 16 APRILE – MARCIA POPOLARE NOTAV

13 Aprile: Giornata NOTAV in Università. Ore 16:30 iniziativa “Energia nucleare dual (ab)use: dibattito contro il nucleare civile e militare” a seguire assemblea studentesca e aperitivo benefit cassa di resistenza.
16 Aprile: Bussoleno, piazza del mercato, ore 14.00.

Il Movimento No Tav ha lanciato per sabato 16 aprile una marcia popolare, per tornare ad attraversare le strade della Valle di Susa, lottando contro la devastazione ambientale e la guerra. In questo ultimo mese, a seguito della guerra in Ucraina, abbiamo visto il pericoloso riarmo di tutti i paesi occidentali, in particolare quelli dell’Unione Europea come la Germania e l’Italia che da settimane stanziano nuovi fondi pubblici per le spese militari e inviano armamenti.

Al di là della falsa retorica buonista e pacifista, l’Unione Europea sta sfruttando questa guerra per fortificarsi dal punto di vista militare e per autonomizzarsi dal punto di vista energetico di fronte ad una competizione imperialista sempre più violenta. La stessa costruzione del Tav in Val di Susa fa parte di questo processo di strutturazione militare: la tratta Torino Lione è, infatti, un tassello della rete dei corridoi logistici europei Ten-T, e in quanto tale strategica per il trasporto per l’Europa di mezzi militari.

Ecco così spiegato l’accanimento dei governi italiani sui lavori di un’opera inutile per il trasporto delle merci e dannosissima per l’ambiente circostante, come è stato scritto nell’opuscolo “Il Tav all’interno dei corridoi di mobilità militare europei” pubblicato dall’assemblea No Tav Torino e Cintura. La guerra, però, non è soltanto fuori dai confini del nostro paese. Da trent’anni a questa parte, lo Stato italiano ha fatto della Val di Susa un vero e proprio laboratorio di repressione attraverso centinaia tra arresti, denunce pesantissime e militarizzazione del territorio.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un nuovo castello accusatorio costruito dalla questura di Torino contro 12 militanti del Movimento, colpevoli di resistere ad un’opera devastante a livello ambientale e sociale. La costruzione di questa grande opera non rappresenta soltanto una questione particolare, ma è la manifestazione di un intero modello di sviluppo marcio e fallimentare. Soprattutto negli ultimi anni, con la pandemia e, ora, con la guerra in corso, abbiamo visto le enormi contraddizioni di questo sistema: viene finanziata un’opera inutile per la collettività con miliardi di euro e viene devoluto il 2% del Pil alla spesa militare, quando la sanità pubblica non è stata finanziata di un centesimo, quando le tutele di fronte ad una crisi sociale di questa portata sono state irrisorie.

Ma il Tav non è soltanto un’opera inutile, è soprattutto un’opera ecocida che distrugge la fauna e la flora di un intero territorio. La costruzione del Tav smaschera la falsità della transizione ecologica di cui il nostro governo, come i vertici dell’Unione Europea si riempiono la bocca. Infatti, adesso, in nome della guerra con la Russia vengono smentite anche le poche promesse fatte riguardo alla sostenibilità: le centrali a carbone che il governo Draghi aveva promesso di spegnere hanno addirittura implementato la loro produzione, la corsa all’indipendenza energetica per non usufruire del gas russo è sempre più veloce. La tassonomia green e l’introduzione al suo interno di fonti energetiche per nulla sostenibili come il gas naturale e soprattutto il nucleare è una prova di quanto la sovranità energetica sia fondamentale per la competizione tra blocchi economici.

La tassonomia green e l’inserimento dell’energia nucleare come fonte verde sono un’enorme accelerazione verso lo sfruttamento ambientale. Infatti, l’energia da fissione nucleare è insostenibile dal punto di vista dell’estrazione e delle scorie (in Piemonte lo sappiamo bene a causa dei depositi di scorie delle vecchie centrali che già esistono e della possibile costruzione del Deposito Unico Nazionale proprio nella nostra regione) e rappresenta un’altra forte tendenza alla guerra se si pensa alle armi nucleari estraibili dai rifiuti atomici, soprattutto in un momento di conflitto potenzialmente atomico come quello che stiamo vivendo alle porte dell’Europa. Quindi, lottare contro il Tav, la guerra e il nucleare significa direttamente lottare contro un modello di sviluppo che ci condanna ad un futuro di precarietà, distruzione e morte.

Come giovani generazioni viviamo direttamente sulle nostre spalle le contraddizioni di questo sistema. La lotta contro la guerra, le grandi opere inutili come il Tav e il nucleare rappresentano quindi , in tutto per tutto, la lotta per il nostro futuro. Per questo il 16 marzo prenderemo parte alla marcia popolare No Tav e marceremo per le strade della Valle di Susa contro la guerra e contro la devastazione ambientale.