LA DEMOCRAZIA PER POLIMENI E MELONI È VIOLENZA SUGLI STUDENTI, DIMISSIONI DELLA RETTRICE SUBITO!

LA DEMOCRAZIA PER POLIMENI E MELONI È VIOLENZA SUGLI STUDENTI

DIMISSIONI DELLA RETTRICE SUBITO!

Assemblea oggi, ore 17, alla facoltà di Scienze Politiche de la Sapienza

A fronte di un clima di sempre maggiore malcontento sociale e sfiducia verso questa classe dirigente (come mostrato dall’altissimo tasso di astensionismo alle ultime elezioni), il veloce susseguirsi di prese di posizione da parte della Rettrice, del Ministro dell’Interno e di Giorgia Meloni sui fatti avvenuti due giorni fa a La Sapienza tratteggiano bene la linea che le istituzioni (da quelle universitarie a quelle di governo) hanno intenzione di seguire.

Di fronte alla rabbia degli studenti spettatori o coinvolti dalle cariche della polizia nel cortile di Scienze Politiche martedì scorso, la risposta della Rettrice Polimeni è stato un insostenibile silenzio protrattosi per ore, anche quando centinaia di persone in corteo hanno raggiunto il Rettorato chiedendo conto dei gravissimi fatti appena avvenuti e soprattutto della responsabilità della Rettrice nell’autorizzazione all’ingresso della celere nell’università. Evitando il confronto diretto con gli iscritti all’ateneo che dirige, la Rettrice ha preferito rilasciare uno stringatissimo comunicato stampa ampliato, solo il giorno successivo, ad uso degli studenti. Si può dire, in questo caso, che “la toppa è stata peggiore del buco”. Infatti sembra quasi prenderci in giro affermando “il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee”, diritto che evidentemente viene garantito arbitrariamente. Una beffa, questa, che ricorda tanto le parole pronunciate durante il discorso di insediamento della Meloni, appena dopo quanto accaduto: “A questi ragazzi, che inevitabilmente scenderanno in piazza anche contro di noi, ricordo una frase di Steve Jobs che diceva: ‘siate affamati, siate folli’. Vorrei aggiungere anche: siate liberi.”

E se da una parte assistiamo a questa retorica odiosa intrisa di ipocrisia e paternalismo, dall’altra la linea è di negare l’accaduto e sviare il discorso, atteggiamento comune sia al comunicato della Polimeni che alle dichiarazioni del Ministro dell’Interno Piantedosi. La prima mette in atto un pietoso scaricabarile nei confronti del presidio della Polizia di Stato in Città Universitaria, che avrebbe agito “in totale autonomia rispetto all’Ateneo” (salvo omettere di aver comunque autorizzato lei l’ingresso del reparto mobile in università). Il secondo nega direttamente l’evidenza documentata dai numerosi video, giustificando di fatto sia l’intervento della polizia in tenuta antisommossa all’interno di un ateneo (fatto di per sé già inaccettabile), sia la reazione spropositata alla legittima contestazione studentesca di un’iniziativa organizzata dalle stesse forze reazionarie che si insediavano lo stesso giorno al governo.

Da questi avvenimenti e dalla risposta ottenuta evinciamo la funzione dei reazioniari, oggi istituzionalizzati, in questo periodo storico: aumentare il livello di repressione nell’anello debole blocco euro-atlantico (a cui l’attuale governo ha incondizionatamente giurato fedeltà) di fronte al peggioramento delle condizioni materiali prodotto da anni di macelleria sociale portata indiscriminatamente avanti da governi di centrodestra e di centrosinistra e che è ricaduta soprattutto sui giovani.
In questo contesto l’Università non solo ha abdicato sempre più alla sua funzione di emancipazione per una generazione con sempre meno prospettive, ma diventa anche un luogo in cui gli spazi di agibilità politica sono ridotti all’osso, in cui la Rettrice si permette di legittimare la presenza di associazioni neofasciste e da’ il via libera alla brutale repressione del dissenso.

Le richieste che porteremo oggi nella grande assemblea degli studenti antifascisti a Scienze Politiche sono:

  • le dimissioni della Rettrice Polimeni, che ha creato una ferita profonda nella comunità studentesca della Sapienza senza rispondere alle violenze subite da molti dei suoi studenti
  • la garanzia che non entrino mai più forze dell’ordine in ateneo; i luoghi del sapere devono essere liberi dalla polizia per garantire la tenuta democratica interna all’ateneo

Cambiare Rotta – Organizzazione Giovanile Comunista