CONTINUA L’EMORRAGIA DI STUDENTI: STUDIO, CASA, REDDITO PER TUTTI!

Verso lo sciopero generale del 26 maggio

È di questi giorni un articolo de La Repubblica, che scrive: “secondo gli ultimi dati pubblicati dal Mim, l’anno accademico 2021/2022 è stato quello che nell’ultimo decennio ha fatto registrare il record di abbandoni “entro il primo anno di università”: il 7,3%. […] Si tratta di 23mila e 600 ragazzi e ragazze che hanno deciso di non proseguire gli studi.”
Inoltre, gli ultimi dati della Commissione Europea vedono l’Italia al penultimo posto per numero di laureati.
Repubblica ci tiene anche a sottolineare come gli abbandoni stiano gravando anche sull’economia pubblica.

In un quadro generale tanto disastrato, si continua a mettere al primo posto le logiche del mercato anche in materia di diritto allo studio.
Siamo tartassati quasi quotidianamente da classifiche e percentuali che si ostinano a designare gli atenei di serie A, d’eccellenza, o di serie B in Italia e in Europa.
Ma quello che bisognerebbe davvero chiedersi è: perché gli studenti italiani abbandonano l’università?
Studiare all’università oggi significa essere perennemente tormentati da una logica d’eccellenza, la stessa che ha portato al suicidio di troppi studenti, con una mentalità di competizione completamente insana, figlia di un sistema altrettanto malato.
Studiare all’università oggi è diventato un lusso con le tasse proibitive e aggiungendo anche i ricatti economici fatti agli studenti e alle loro famiglie con la categoria dei fuoricorso, contribuendo a rendere il diritto allo studio un privilegio per pochissimi.
Studiare all’università per gli studenti fuori sede oggi significa ammazzarsi con i lavoretti per sostenere il costo degli affitti che, anche per stanze piccolissime, sono alle stelle e vengono sempre più riproposti gli studentati di lusso.
Ma soprattutto studiare all’università oggi significa, per gli studenti delle fasce popolari, fare enormi sacrifici per un percorso di studi che non sarà uno strumento di emancipazione futura, che non permetterà di migliorare la propria condizione. Ed ecco perché, purtroppo, fare l’università oggi non conviene.

E potremmo ancora continuare.
Ma cosa ci ha portato a questo?
Oltre ad avere un sistema universitario già malato di per sé, in questi anni siamo stati flagellati da una pandemia e da una guerra tuttora in corso. La pandemia ha sicuramente contribuito ad alimentare le numerose crepe e disuguaglianze presenti nella vita quotidiana, ma non solo: queste hanno fatto schizzare i costi della vita e, nonostante ciò, continuiamo ad assistere a rinnovi di invio di armi in Ucraina. Una guerra che è un’ulteriore causa dell’attuale caro vita che si ripercuote anche sulla vita degli studenti, contribuendo ad alimentare i divari economico sociali già presenti all’interno del sistema di istruzione.
Di fronte a questo contesto l’unica risposta arrivata dal Ministero dell’Università è solamente della necessità di implementare i percorsi di orientamento con i fondi del PNRR consapevoli però che di fronte alle disuguaglianze sociali, alla selezione di classe che l’università opera, non potrà mai esserci diritto allo studio, ma solo abbandono e dispersione scolastica.

Per questo, ci mobilitiamo contro il caro affitti e il caro studi, per ribaltare radicalmente le priorità di questo modello universitario.
Queste, infatti, alcune nostre proposte prese dalla piattaforma di lotta per rispondere alla crisi del sistema universitario e dei suoi studenti:
🔴 Serve un reddito per gli studenti delle fasce popolari, che garantisca l’accesso agli studi, da far pagare alle aziende private che traggono profitto dall’istruzione pubblica

🔴 L’abolizione delle tasse universitarie, che renda l’università realmente pubblica e accessibile a tutte e tutti

🔴 No ai criteri di merito e isee

🔴 Più studentati pubblici e l’abolizione della legge 431/98 con reintroduzione dell’equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati

Riconquistando pezzo per pezzo il diritto allo studio, riusciremo finalmente a costruire un nuovo modello di università in una nuova società!