IL GIARDINO E’ IN FIAMME! 3/7 giornata agitazione nazionale

DALLA FRANCIA ALL’ITALIA RACCOGLIAMO L’URLO DI RABBIA
CONTRO UN SISTEMA CHE CI UCCIDE

3/7 GIORNATA DI AGITAZIONE NAZIONALE #JUSTICEPOURNAHEL

Altra notte di scontri, disordini e arresti di massa su tutto il territorio francese, mentre è’ confermata la notizia della giornata precedente di un manifestante che ha perso la vita dopo essere caduto dal tetto di un negozio a Petit-Qyevilly durante gli scontri.

Blindati nelle strade, città militarizzate con migliaia di poliziotti e gendarmi dispiegati d’urgenza, eventi annullati e trasporti interrotti, mentre Macron abbandona in fretta e furia il vertice del Consiglio europeo: in Francia esplode la rabbia, in seguito l’omicidio a freddo di Nahel, ammazzato a 17 anni da un poliziotto ad un posto di blocco. L’ennesimo episodio di violenza di stampo classista e razziale che subiscono sistematicamente le classi popolari delle periferie francesi. Come e più del 2005 il tappo è saltato la rabbia è divampata per tutta la Francia montando di notte in notte, oltre alla partecipatissima “marcia bianca” chiamata coraggiosamente dalla madre di Nahel, con proteste di massa, a fortissima trazione giovanile, dalle banliue fino al centro di Parigi, centinaia di edifici, negozi e auto presi d’assalto e dati alle fiamme, poliziotti feriti e la violenta risposta delle istituzioni con lo stato d’emergenza, per ora solo di fatto, con cariche, uso indiscriminato, bombe stordenti, lacrimogeni e già oltre mille arresti.

A pochissima distanza dall’ondata di scioperi e mobilitazioni di massa che ha travolto la Francia a partire dall’opposizione alla riforma delle pensioni e alla forzatura istituzionale per approvarla, si manifesta di nuovo una condizione strutturale di instabilità – ricordiamo anche che proprio la Francia è reduce da oltre un decennio di cicli di lotte, dall’opposizione dalla Loi Travail ai Gilet Jaunes, e ondate di disordini – dove basta un innesco per far saltare il tappo e rompere l’equilibrio. Sono in prima battuta le contraddizioni strutturali interne a questo modello di sviluppo, gestite a suon di controriforme e intensificazione della guerra di classe dall’alto, ad aver rotto gli argini e minato alle fondamenta la tenuta materiale e ideologica di questa società. Che infatti esplode con la rabbia incontrollata soprattutto delle nuove generazioni – l’età media tra gli arrestati è di 17 anni – nate e cresciute esclusivamente nel castigo della crisi e nel miraggio spacciato come alla portata di tutti, ma irraggiungibile del benessere. L’assalto ai negozi e la violenza – stigmatizzati ipocritamente da politici e media – che si accompagna alle proteste per l’omicidio di Nahel non è altro che il prodotto di questa contraddizione tra aspettative e realtà a cui è stata condannata un’intera generazione da un modello di società fallito e sempre più regressivo.

Come diceva Brecht “Tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono”. Quel che oggi esplode in Francia è il prodotto di una condizione generalizzata a tutto l’Occidente e in particolare, alle nostre latitudini, a livello continentale nella cornice dell’Unione Europea. Un modello di sviluppo in crisi sistemica dove si concretizzano qui e ora lo sfruttamento più selvaggio, la devastazione ambientale e la tendenza alla guerra, intensificando a cascata proprio la violenza e l’odio di classe dall’alto, che riproducono e normalizzano a tutti i livelli la barbarie che abbiamo visto intrecciata nel movente classista e razziale che ha mosso l’omicidio di Nahel.

Il “giardino europeo” è in fiamme. Raccogliamo il segnale di rabbia che arriva dalla Francia e chiamiamo una giornata di agitazione nazionale anche qui in Italia per chiedere giustizia per Nahel, contro la repressione e la violenza classista e razzista delle istituzioni. Nelle manifestazioni sempre più laceranti della crisi di civiltà dell’Occidente capitalista, mobilitiamoci e continuiamo ad indicare la prospettiva organizzativa e di conflitto all’altezza della sfida storica che abbiamo davanti per l’alternativa sistemica possibile e necessaria a questa barbarie.