SE QUESTA È RAPPRESENTANZA..

Alcune considerazioni sul vile comunicato dei rappresentanti Sapienza che non rappresentano nessuno

Nell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione i rappresentanti dell’associazione Sapienza Futura hanno letto un comunicato che riteniamo vergognoso, attaccando gli studenti che da mesi protestano affinché la Sapienza, ateneo più grande e importante d’Europa, faccia la sua parte contro il genocidio del popolo palestinese a partire dalla messa in discussione degli accordi tra l’ateneo e Israele. Una richiesta che ha visto il consenso di centinaia di studenti, così come la vicinanza di tanti docenti e ricercatori: al di là del coinvolgimento diretto nelle iniziative e nelle mobilitazioni, anche le più radicali, la solidarietà della comunità della Sapienza nei confronti della protesta è stata ampia, eterogenea e trasversale.Riteniamo necessario e doveroso esprimere alcune considerazioni. Il comunicato in questione è stato scritto dagli stessi ‘rappresentanti’ che in 8 mesi di genocidio non hanno mosso un dito, seduti comodi sulla loro confortevole poltrona delle presunte istituzioni democratiche della Sapienza, mentre il popolo palestinese moriva sotto le bombe di Israele e agli studenti in piazza dalla Francia agli Stati Uniti veniva negato il dialogo a suon di manganelli.

Vogliamo ricordare a tutta la comunità della Sapienza che:

1) I ‘rappresentanti’ che ora dicono di volere la “pace” e parlano della “necessità di un’azione congiunta per Rafah” sono gli stessi che in questi mesi hanno espresso -il massimo- della loro presunta preoccupazione tramite campagne social e concerti, sono gli stessi che non hanno mai condannato Israele e hanno sempre provato a nascondere i 76 anni di occupazione, chi mentre cadevano le bombe uccidendo migliaia di palestinesi, organizzava corsi di doppiaggio o di chitarra. E si esprimono solo ora dopo che tutti i Governi dei paesi occidentali sono stati costretti a farlo vista la tragicità della sitauzione a Rafah. Dove eravate prima? I palestinesi morti prima del 28 maggio non smuovono le vostre coscienze?

2) “La violenza non si può combattere con altra violenza” è sicuramente uno dei passaggi più deliranti del comunicato. Quello che si insinua è un paragone tra il genocidio a delle scritte sui muri. Non una parola sui numerosi interventi delle forze dell’ordine nell’ateneo, non una parola sulla violenza delle bombe della Leonardo Spa con cui la Sapienza collabora, non una parola sulla violenza di un ateneo che ha sistematicamente negato il dialogo

3) Quella in questione è la prima nota stampa ufficiale della Sapienza: ancora una volta la ‘rappresentanza’ viene usata come megafono per la propaganda della rettrice e dell’indifendibile governance d’ateneo, piuttosto che come strumento in mano alla comunità studentesca per l’incontro/scontro con le rispettive istituzioni universitarie.

4) Permetteteci di commentare anche la conclusione del comunicato, un trionfo di ipocrisia politicante: “Noi che rappresentiamo tutti e 100.000 gli studenti”. Senza considerare le centinaia di studenti che nei gruppi interni hanno provato ribrezzo di fronte alle parole di Sapienza Futura, vogliamo ricordare a lorsignori che alle elezioni non vota neanche il 20% degli studenti. Da anni è altissimo il livello di astensione e di lontananza degli studenti dalla vita politica di ateneo, anche e soprattutto per via della percezione della mancanza di democrazia interna all’ateneo e dell’inutilità delle elezioni. La politica di queste rappresentanze d’altronde è sempre stata così: raccontano un mondo finto e prendono in giro gli studenti, difendono l’Istituzione e si sostituiscono ad essa nel sostegno agli studenti su questioni burocratiche-organizzative, per poi lanciarsi nella propria carriera politica personale. E questo è sicuramente il caso di Sapienza Futura, riciclaggio della vecchia Sapienza in Movimento, ma non soltanto: occhio anche alle finte alternative!

Noi stiamo nelle tende, nelle facoltà, nelle strade e nei corridoi delle nostri sedi universitarie, nelle assemblee e nei presidi, e crediamo che la rappresentanza debba essere il megafono delle lotte, debba dare voce a tutti gli studenti che credono davvero nella pace e che per questo non vogliono che la loro università sia complice del genocidio. Continueremo a costruire l’alternativa in Sapienza affinché la rappresentanza torni ad essere il megafono delle lotte e la voce di tutti gli studenti che credono davvero nella solidarietà tra popoli e nella giustizia. Non dimenticheremo la vostra ipocrisia, ci vediamo alle prossime elezioni.