ELEZIONI STUDENTESCHE 2025 A UNITO: CAMBIARE L’UNIVERSITÀ, CONQUISTARE UN FUTURO!

Il 24-25-26 marzo VOTA CAMBIARE ROTTA: per una nuova rappresentanza!

Dopo anni in cui sembrava impensabile mettere in discussione il cattivo funzionamento delle università nel nostro paese, negli ultimi anni molti studenti e studentesse hanno scelto di organizzarsi e di criticare apertamente il modello universitario e sociale in cui ci troviamo. In particolare, qui a Unito, come Cambiare Rotta, abbiamo sostenuto o partecipato direttamente a numerose mobilitazioni, come quelle per un diritto allo studio garantito contro sfratti e per un’Università accessibile a tutti, che fornisca borse di studio senza ritardi e che non vengano erogate a una percentuale minima di studenti idonei. O ancora quelle contro violenze, ricatti e molestie che hanno portato alla sospensione del professor Federico Vercellone, accusato di abusi e molestie nei confronti di alcune studentesse dell’Università di Torino. Ci siamo schierati sempre esercitando quell’antifascismo militante che sta nel nostro DNA e partecipando attivamente alle mobilitazioni e alle occupazioni per la Palestina in università e nelle piazze, mobilitazioni che quasi un anno fa hanno portato alla sospensione del bando MAECI di collaborazione Italia-Israele. Oltre a questo, sono diverse le iniziative di dibattito e i percorsi di mobilitazione costruiti: sul caro affitti e per il diritto all’abitare, sulla terribile riforma dei 60 CFU che rende inaccessibile la professione d’insegnante, contro la riforma bernini e per la costruzione di nuovi strumenti di partecipazione attiva. 

Come Cambiare Rotta stiamo costruendo, da anni, un’alternativa che risponda alle esigenze reali di tutti con una forte base di solidarietà e che tenga al centro l’organizzazione e il conflitto, perché senza di questi nessuna buona rappresentanza potrà ottenere dei risultati. Le mobilitazioni degli ultimi anni infatti hanno fatto emergere anche altro: la mancanza di una rappresentanza universitaria che svolga realmente la sua funzione. La rappresentanza si è trasformata da quello che doveva essere un meccanismo di partecipazione degli studenti in uno strumento utilizzato da pochi, a discapito degli altri. Noi crediamo in una rappresentanza che si faccia megafono delle lotte degli studenti e che punti a favorire una maggiore partecipazione di tutta la comunità studentesca alle attività e alle decisioni dell’ateneo che hanno un impatto diretto sul nostro futuro, in ogni corso di studi, dipartimento e facoltà e anche per questo coglieremo la sfida della rappresentanza anche a livello nazionale a maggio per le elezioni del CNSU!

La nostra è una generazione nata e cresciuta nella crisi: a partire da quella economica e sociale, passando per quella ambientale, che mette un’ipoteca sul nostro futuro, arrivando anche alla crisi bellica. Dal governo alle false opposizioni del centrosinistra, la priorità della nostra classe politica infarti resta una: la guerra. Una politica bellicista, i cui costi ricadono sui giovani, sui lavoratori e sulle classi popolari del paese, basta pensare all’incremento delle spese militari a svantaggio di quelle sociali, che sta portando a una crescente repressione contro chi alza la testa, come chi osa esprimere solidarietà verso il popolo palestinese.

In questo contesto l’attuale modello universitario, invece di costruire un faro di civiltà, è stato progressivamente piegato agli interessi del mercato, e trasformato in un megafono dell’ideologia dominante: come con i numerosi accordi di collaborazione con enti e aziende private, con i responsabili della devastazione ambientale e con l’industria bellica, che dimostrano la complicità delle nostre università nello sfruttamento ambientale e nell’oppressione di altri popoli, oltre alla subordinazione della ricerca pubblica – che dovrebbe invece servire la collettività – a scopi distruttivi e illegittimi.

Ecco perché bisogna cambiare l’università, perché ad oggi non è più possibile parlare di una riforma universitaria, come sta facendo l’attuale Ministra dell’Università Bernini, ma è necessario uno stravolgimento del modello universitario per come lo conosciamo, mettendo al centro la natura sociale che università e ricerca dovrebbero avere: emancipazione, progresso sociale e sviluppo di un’alternativa alla realtà che viviamo attualmente. È necessario costruire un futuro, poiché negli ultimi decenni una serie di eventi ha drasticamente peggiorato le condizioni economiche, politiche e sociali in cui viviamo: Il lavoro precario, l’alto tasso di disoccupazione, l’impoverimento delle  famiglie, l’esplosione di nuovi conflitti in tutto il mondo e il coinvolgimento dell’Italia hanno fatto aumentare il costo della vita e degli studi, rendendo il percorso formativo inaccessibile a causa dei costi elevati e trasformando la laurea in un titolo che non garantisce necessariamente migliori condizioni lavorative. Nonostante ciò, continua a persistere la retorica, presente in quasi ogni corso di studi, secondo cui “se ci impegniamo” o “se ce lo meritiamo”, riusciremo a farcela, creando aspettative che poi vengono sistematicamente smentite dalla realtà.

Una realtà in cui un governo, allineato alle politiche dell’Unione Europea e in piena continuità con i governi tecnici e di centrosinistra, continua a tagliare i fondi per il diritto allo studio, aumenta la precarietà nella ricerca e in tutti i settori lavorativi, sostiene l’invio di armi e la partecipazione ai conflitti militari, promuove la devastazione ambientale e cerca di limitare ogni forma di dissenso o visione alternativa. Di fronte a questa crisi di prospettive, non esiste un futuro garantito, ma tutto è da conquistare: un futuro in cui le relazioni internazionali si basino sulla solidarietà tra i popoli e non sulle guerre; in cui il sapere sia al servizio dell’emancipazione e del benessere collettivo; in cui tutti e tutte abbiano accesso a un lavoro dignitoso e a una casa; in cui l’intero percorso formativo sia gratuito, accessibile e percorribile per chiunque.

Per questo, per portare le mobilitazioni dentro agli organi, per una nuova rappresentanza, per partecipare alla costruzione di un’alternativa IL 24-25-26 MARZO VOTA CAMBIARE ROTTA!