FORUM TO FIGHT: University for the people!
Nel mese di dicembre come Noi Restiamo abbiamo partecipato alla campagna internazionale dal titolo “University for the people”, promossa dal Forum to Fight, piattaforma internazionale composta da realtà giovanili e studentesche di cui facciamo parte.
A Bologna abbiamo voluto esprimerci contro l’università di èlite in occasione della visita dell’’Anvur all’Unibo avvenuta la prima settimana di dicembre.
L’Anvur è un organismo che alimenta un meccanismo di competizione e di concorrenza, applicando per la valutazione logiche di meritocrazia, eccellenza, ed efficienza che di fatto aggravano le disuguaglianze tra atenei di serie A e di serie B.
A Torino abbiamo voluto dare vita alla campagna contro l’aziendalizzazione dell’università dopo la protesta contro l’ingresso delle aziende nella sede di Palazzo Nuovo, verso l’assemblea nazionale del 1 dicembre “Dove stanno andando i nostri atenei?”: momento di analisi e confronto tra varie realtà studentesche italiane sul ruolo dell’università pubblica nel contesto nazionale e internazionale.
Nel corso del mese la campagna prenderà vita in altre parti d’Europa, dove sono presenti le organizzazioni che fanno parte del Forum to Fight.
Di seguito il testo della campagna tradotto.
UNIVERSITY FOR THE PEOPLE
against the elite and the market
25 anni di UE. 10 anni di crisi economica. Il nostro continente sta cambiando il suo volto, le sue politiche nei più svariati ambiti. Sta cambiando anche il ruolo della formazione e dell’università pubblica.
Almeno a partire dal Bologna Process, le riforme e le trasformazioni nell’ambito dell’educazione a livello continentale seguono le indicazioni fornite dall’Unione Europea e ne vediamo gli effetti più evidenti nell’applicazione del 3+2 e nei tagli ai corsi universitari. Lo vediamo nei sistemi di valutazione degli studenti che assomigliano sempre di più a criteri aziendali e lo vediamo soprattutto nella crescente polarizzazione degli atenei in atenei di serie A e di serie B, tanto nei singoli stati nazionali quanto nel generale contesto europeo.
Questa divisione tra “”buoni” e “cattivi” scatena una competizione internazionale tra atenei e accentua le disuguaglianze tra paesi del Sud e del Nord Europa; divario aggravato dalla crisi economica e dalle politiche di austerità imposte dall’Ue, ma già in atto nell’idea iniziale dei padri fondativi.
Questa polarizzazione accentua anche il fenomeno chiamato “fuga di cervelli”: un esodo di centinaia di migliaia di giovani dei paesi del Sud costretti emigrare al Nord a causa dello smantellamento dell’educazione pubblica e del sistema produttivo dei paesi del mediterraneo provocato dalle politiche sociali e economiche attuate dai governi nazionali ma imposte dall’Ue.
Apprendimento permanente, mobilità e spirito imprenditoriale per una sempre maggiore flessibilità della mano d’opera, che si deve adattare alle necessità del mercato; una flessibilità giustificata dalla retorica sulla meritocrazia e sulla necessità di essere imprenditori di se stessi. Queste sono le fondamenta e le funzioni dell’educazione per l’Unione Europea.
Siamo quindi di fronte a una educazione sempre più classista e escludente, concentrata delle competenze professionali necessarie al mercato che priva i popoli degli strumenti d’emancipazione dell’educazione e della conoscenza.
Come Forum to Fight, piattaforma europea di organizzazioni giovanili e studendesche, crediamo fondamentale lanciare una campagna per denunciare questa situazione. La cultura è dei popoli, non degli imprenditori!
Contro l’università di Elite
contro l’università azienda
per un’università pubblica e accessibile a tutti