MANIFESTO POLITICO ELETTORALE: PER UNA NUOVA UNIVERSITÀ IN UNA NUOVA SOCIETÀ
Decenni di riforme universitarie hanno piegato gli atenei alle necessità del tessuto produttivo europeo e territoriale eliminandone ogni funzione sociale.
È stata progressivamente smantellata la funzione emancipatrice dell’Università che oggi non serve né da ascensore sociale né come luogo di saperi collettivi e crescita personale. Anzi, ogni presa di coscienza da parte degli studenti e ogni tentativo di immaginare una università diversa è visto come un problema di ordine pubblico.
Oggi il sistema formativo è un processo di selezione e divisione: c’è chi ce la fa – coloro considerati meritevoli – e chi no.
E poi, una laurea ma a che prezzo? Molti sono obbligati a trasferirsi, a dover pagare tasse assurde, più l’affitto, le bollette, il costo del materiale didattico e dei libri. E così in molti dobbiamo lavorare per permetterci il diritto di studiare, soprattutto dopo l’aumento del carovita, caroenergia e inflazione dato dala guerra in Ucraina e dal’interventismo occidentale. Questa è un’università che non tiene conto delle condizioni di partenza ed è quindi un’università diseguale.
La colpa sta nel complessivo smantellamento dell’intervento pubblico da parte dello Stato che non tutela l’interesse collettivo – in particolare delle classi popolari – preferendo dare finanziamenti pubblici per i privati.
In questo modo si sacrifica il diritto allo studio in favore della speculazione e degli interessi del mercato.
Sempre di più quindi i nostri luoghi di formazione vengono piegati da quelli che sono gli interessi di un modello malato che lascia indietro gli ultimi e chi non è considerato abbastanza meritevole. Se vogliamo rompere con questo modello formativo è necessario rompere con questa società che mette al centro il profitto privato e non il ruolo di emancipazione del pubblico.
Vogliamo un’università pubblica che sia al servizio del benessere collettivo e non della guerra e del profitto privato.
Questo modello di università non ci rappresenta, così come non ci sentiamo rappresentati da anni di compromessi e patti a ribasso da parte di chi tra gli studenti sedeva negli organi. Queste figure e associazioni che hanno svolto per anni una funzione di tappo per le lotte universitarie o nel migliore dei casi si sono limitati a fare da burocrati nei confronti dei problemi degli studenti.
Vogliamo offrire un’alternativa, e siamo consapevoli del reale peso di cui godono le rappresentanze studentesche, soprattutto dopo trent’anni di riforme volte a far perdere totalmente il ruolo politico istituzionale degli studenti per relegare ogni nostra rappresentanza a un ruolo meramente consultivo.
Sappiamo bene che solo con la lotta collettiva senza compromessi, solo con l’azione quotidiana volta a costruire nuovi rapporti di forza a favore degli studenti è possibile cambiare le cose. Riteniamo la rappresentanza un mezzo, non un fine. Un megafono delle lotte, capace di dar voce a quei bisogni che ogni giorno ascoltiamo nelle nostre aule e che difficilmente trovano altrimenti una cassa di risonanza politica.
Due anni fa questo ragionamento ci ha portato a candidarci alle elezioni studentesche con la lista universitaria di rottura Antitesi, oggi come organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta, pensiamo sia necessario raccogliere quel portato e presentarci alle elezioni con gli stessi intenti e le stesse ragioni.
Abbiamo di fronte la sfida di costruire e organizzare le istanze degli studenti per mettere in discussione questo modello di università, rafforzando l’idea che solo un cambiamento complessivo potrà permettere un sistema formativo utile ai bisogni dei singoli e della collettività.
Un altro modello di università è possibile,
Questa università non ci rappresenta, è tempo di Cambiare Rotta!