Costruiamo il coordinamento per il NO SOCIALE anche nelle università

Il 4 dicembre si vota per il Referendum Costituzionale. quali sono le implicazioni per la democrazia, lo stato sociale, i diritti dei lavoratori, il futuro degli studenti?

A reti unificate si dice che la controriforma costituzionale modernizzerà i nostri obsoleti meccanismi istituzionali e che non metterà in discussione i principi fondamentali. Ma non è difficile dimostrare che è vero esattamente il contrario. È l’idea stessa di modernità, che per loro corrisponde ad assecondare ulteriormente una competizione globale che sta stritolando le economie di mezzo mondo, ad aver sfregiato i principi della prima parte della costituzione. I diritti conquistati col sangue come l’equità sociale, la partecipazione individuale e collettiva, il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto ad un lavoro equamente retribuito contenuti anche nella costituzione vengono smantellati e violati da trent’anni.

Con il Trattato di Maastricht si è dato avvio alla costruzione dell’Unione Europea, e con essa gli interessi collettivi sono stati relegati in cantina, mentre il profitto per pochi è diventato il vero fine a cui sono destinati l’apparato statale, le industrie svendute, la scuola privatizzata, l’università umiliata. Tutto funzionale a rendere il lavoro ricattabile, i salari compressi, il dissenso smussato. Negli ultimi anni il PD ha dato il suo contributo fondamentale per portare l’assalto al cuore delle tutele sociali e di ogni simulacro di democrazia formale, attraverso Jobs Act, la fallimentare Garanzia Giovani, legge Madia, buona scuola e altri documenti programmatici.

È per soddisfare questa idea di modernità, e per chiudere il cerchio delle controriforme, che col combinato disposto dalla nuova Legge elettorale e dalla revisione della Costituzione essi invocano: un Parlamento in cui la nostra voce sia definitivamente ininfluente e che non sia più camera di compensazione dei conflitti aperti nella società reale; un Governo autoritario, che di quei conflitti se ne infischi e porti avanti la linea di chi già è più forte; autonomie locali private di risorse finanziarie, con gli effetti che negli ultimi anni abbiamo potuto osservare sulla qualità dei servizi delle metropoli in maggiore difficoltà; una rappresentanza istituzionale svuotata di ogni legittimità, in cui invece non si vedrà alcuna semplificazione nelle procedure e si continuerà a legiferare per decreto come oggi; un nuovo Senato di nominati, il cui costo sarà ridotto di poco e nulla, e preposti al compito di recepire e attuare celermente le direttive comunitarie emanate dalla Commissione Europea. Un organo a sua volta potentissimo, ma composto anch’esso da tecnocrati non eletti da nessuno.

Insomma apparentemente il governo sta mettendo mano solo alla parte formale della Carta del ’48. Ma si tratta del passaggio definitivo per ratificare lo svuotamento sostanziale già apportato alla costituzione materiale del paese, chiedendoci di dare il nostro ultimo avvallo: non glielo daremo!

Costruiamo lo #ScioperoGenerale del 21 ottobre, blocchiamo il paese contro chi vuole bloccare il nostro futuro.

Animiamo il #NoRenziDay del 22 Ottobre con una grande manifestazione nazionale a Roma.

Con Abd Elsalam nel cuore, con lo sguardo rivolto a chi muore di sciopero e di lavoro.