A Bologna vogliono eliminare il dissenso

Quanto accaduto ieri nella zona universitaria, dentro e fuori la biblioteca di discipline umanistiche di via Zamboni 36 è vergognoso ed ingiustificabile: la celere che entra nella biblioteca a manganelli spianati e sgombera con la violenza chi stava studiando, per poi caricare selvaggiamente e a più riprese  gli studenti al di fuori della biblioteca e nell’adiacente piazza Verdi, evoca inquietanti scenari repressivi, sempre più tristemente all’ordine del giorno non solo in questa città.

La determinazione con cui decine di studenti e studentesse  hanno portato avanti la legittima e giusta battaglia  contro i tornelli montati ad inizio anno in quella biblioteca, ha evidentemente fatto saltare i nervi ad Ubertini , il quale, nel perfetto stile che contraddistingue le élites di questa città, mal sopporta chi non la pensa come lui o (addirittura!) si permette di criticare ed osteggiare le sue decisioni.

E’ infatti ormai evidente come le istituzioni di questa città (Comune, Prefettura, Questura e Università) siano totalmente conniventi e corresponsabili di un progetto teso, da un lato, a privatizzare spazi e servizi, rendendo Bologna sempre più una “città vetrina” frequentabile solo dai privilegiati che possono permetterselo e, dall’altro, a criminalizzare e reprimere chiunque non si conformi a questo paradigma.

Ebbene, noi stiamo, orgogliosamente,  tra coloro che non staranno inerti davanti allo scempio che le istituzioni cittadine stanno facendo dei  nostri diritti più elementari, pertanto continuiamo questo percorso di lotta insieme a tutti e tutte coloro che in queste settimane l’hanno reso vivo.

 

Rilanciamo dunque il corteo di questo pomeriggio alle 16 in piazza Verdi, scendiamo in piazza tutte e tutti per respingere la vile ed irrazionale provocazione che Ubertini ha portato all’intero corpo studentesco e a tutta la città.